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Un Western Senza Cavalli: il cinema a ogni costo

La vita e le opere di Mauro Mingardi, regista unico nel panorama italiano. Promotore di un cinema libero, fuori da ogni schema produttivo o artistico.

Maestro del cinema amatoriale e artigianale, produsse decine di cortometraggi e lungometraggi di genere, creando un vasto archivio attualmente conservato all’Archivio Nazionale del Film di Famiglia.

L’ARTE DEL CINEMA CASALINGO

La carriera del regista Mauro Mingardi comincia con il dono, casuale, di una cinepresa in cambio di un pieno di benzina. Questo fortunoso regalo segna l’inizio di un’avventura passata tra le aule del DAMS, i circoli cinefili di Bologna e sgangherate scenografie.

Interessato alla produzione cinematografica come divertimento, oltre che come mezzo espressivo, Mingardi si cimenta con un gruppo di amici nel suo primo lavoro: L’Oro Maledetto, remake della Febbre dell’Oro di Charlie Chaplin.

Da questo primo, breve lavoro, prenderà il via una produzione decennale, che sconfinerà poi nel suo primo lungometraggio: Vita D’Artista. Insieme ai titoli i numerosi premi vinti ai festival per il cinema amatoriale e non solo.

E nonostante la fama crescente, specialmente tra i più appassionati, il cineamatore non abbandonerà mai la via dell’artigiano, rifiutando di entrare nel cinema professionale. Nemmeno l’invito a insegnare al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma da parte del regista Roberto Rossellini varrà a portarlo via dalla sua dimensione di libertà creativa assoluta.

UN AMORE INCONDIZIONATO

Un Western Senza Cavalli racconta la storia di questo regista eccentrico e talentuoso. Attraverso le parole di chi lo ha conosciuto, i colleghi e gli amici, i famigliari. E naturalmente il figlio, portavoce dell’eredità spirituale di Mauro.

Non solo una biografia, il resoconto dei fatti di una vita, ma il ritratto di un amore profondo e incondizionato per la settima arte. Un elegia a una carriera cinematografica costruita al di fuori del cinema, radicata in un territorio ricco di interesse e passione.

Una carriera sostenuta non da capitali o produttori, ma dalla rete di amicizie costruite dallo stesso Mingardi. E dalla quale è nato un approccio al cinema fortemente pratico, che ha saputo catturare il cuore di tantissimi aspiranti attori, registi e sceneggiatori stufi dell’infinita teoria delle scuole.

La travolgente vicenda di Mauro Mingardi è un poema dedicato al do it yourself più anarchico, alla creatività spontanea e autogestita di menti brillanti che scelgono di non barattare la loro libertà per nessun budget. A costo di dover fare un western senza i cavalli.

UN ARTISTA DA SCOPRIRE

Il nome di Mingardi suonerà nuovissimo a praticamente tutti, eppure il suo vasto archivio di pellicole ha riscosso un fortissimo interesse tra molti cinefili. Per chi volesse scoprire un nome tanto unico, Un Western Senza Cavalli è il punto di partenza perfetto. Potete vedere il trailer qui.

Se poi vi interessa scoprire di più sulle personalità del cinema, potrebbe piacervi il documentario L’Ultimo Uomo Che Dipinse Il Cinema. Potete leggere la recensione qui e vedere il trailer qui.

Regia: Marzia Toscano, Davide Rizzo
Durata: 77′
Anno: 2017
Genere: documentario
Lingua Originale: Italiano
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2 comments

    1. Forse Mingardi non avrebbe visto l’assenza dei cavalli come un “costo”. Il punto della sua visione registica era proprio quello di fare un cinema indipendente al 100%, completamente artigianale. Secondo la sua filosofia cinematografica, la mancanza di cavalli sarebbe stata proprio un arricchimento della pellicola!

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