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L’ULTIMO UOMO CHE DIPINSE IL CINEMA

L’ultimo uomo che dipinse il cinema è un emozionante viaggio nella storia del cinema e di chi ne ha costruito l’immagine davanti al grande pubblico. Una celebrazione della vita di Renato Casaro, la mano che ha dipinto il grande schermo sulle locandine del mondo.

Sotto la regia di Walter Bencini, questa produzione in collaborazione con SkyArte narra le origini, la formazione e la gavetta di un maestro, il suo legame con le grandi produzioni e la sua partecipazione al progetto creativo dei più importanti film dell’epoca. Il racconto di un uomo che è anche la storia del cinema e dei suoi spettatori.

STORIA DI UN’ARTE E DI UN’INDUSTRIA

La diegesi del film si snoda a partire dagli anni del dopoguerra, l’epoca in cui le grandi produzioni americane si affacciano all’Italia, ma anche gli anni in cui emerge il cinema autoriale del neorealismo. Sono questi gli anni in cui Casaro si forma ed è a partire da qui che la sua storia si lega alle principali vicende dell’industria cinematografica.

L’ascesa di Cinecittà, l’esplosione del cinema di genere italiano, la rinascita della commedia negli anni ’80: accompagnati dalle parole dei protagonisti di quegli anni, tra cui Carlo Vanzina, Carlo Verdone, Aurelio De Laurentis e lo stesso Casaro, si esplorano gli avvenimenti che scandirono l’evoluzione della settima arte.

Le amicizie, i rapporti professionali, i sodalizi artistici vengono messi in sequenza con ordine, per dare una chiave di lettura inedita ed entusiasmante di quell’aspetto della presentazione cinematografica che, per quanto meno conosciuto, ne ha costituito l’agente più potente per anni.

UNO SGUARDO ALL’IMMAGINARIO PASSATO

Una genealogia di uno dei mezzi espressivi più potenti della nostra epoca, capace di costruire coscienze e plasmare immaginari. Gli stessi che la sensibilità del pennello di Casaro hanno trasposto in quella che potremmo definire la “facciata” del cinema.

Particolarmente significativa è la partecipazione di Casaro all’interno di questo film, la sua presenza che si interseca tra le interviste, tra le opere all’interno del suo archivio storico. Come uno sguardo che contempla il passato e allo stesso tempo lo traspone nel presente, un testimone-attore di un’epoca trascorsa e che tuttavia ci tocca ancora.

Ad arricchire questa rassegna, le trasposizioni digitali dei lavori principali di Casaro che accompagnano gli aneddoti del maestro. Un rimaneggiamento che, apparentemente in contrasto con l’arte manuale della pittura, le restituisce vita e utilità nell’illustrazione degli eventi.

LA LOCANDINA DI TUTTO IL CINEMA

Le opere di Casaro, lungi dall’essere semplice pubblicità, erano sature di una sensibilità capace di trasmettere l’essenza delle pellicole che rappresentavano. Le libertà artistiche per cui era conosciuto, che erano il tentativo di interpretare il film in una sola, potente immagine.

La ricostruzione del suo immenso catalogo, la sua presentazione e digitalizzazione, non sono solo l’esaltazione di un’eccezionale personalità artistica. Sono soprattutto il pretesto narrativo per raccontare i mutamenti del cinema e della sua industria.

Come detto prima, una genealogia non solo di pellicole famosissime e delle locandine del maestro Caruso, ma anche della cosa che queste hanno formato negli anni: il nostro immaginario.

Regia: Walter Bencini
Paese di produzione: Italia
Durata: 90′
Genere: documentario / biografico
Anno: 2020
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