Le buone notizie da Gaia

Arrivano le Food Forests!

In tutto il mondo le zone boschive sono a rischio, e con esse una larga parte della vita sulla Terra. Sono tristemente già noti gli incendi che solo in questo 2020 hanno devastato larga parte dell’Amazzonia, della taiga siberiana e più recentemente la California.

Solo nella Foresta Amazzonica, gli incendi boschivi sono aumentati del 33% nel corso dell’ultimo anno. Tra le cause più indicate per questa mancanza di tutela verso un patrimonio naturale, figura forse quella più ovvia: l’economia.

Foglie, non profitti.

I terreni boschivi sono visti come non profittevoli da una vastissima parte dell’industria globale. Le foreste di tutto il mondo, specialmente nei paesi in via di sviluppo, vengono costantemente attaccate e distrutte da sfruttatori che sperano di guadagnare accesso alle risorse naturali presenti sul territorio. O ancora, da industrie alimentari e di legname che puntano a ricavare il massimo guadagno dalla distruzione di questi ecosistemi.

Tutte queste logiche vengono messe in pratica senza alcuna forma di compensazione o attenuamento dell’impatto ecologico. L’esclusione degli ecosistemi boschivi dalle logiche produttive, pone a serio rischio quello che è a tutti gli effetti un elemento fondamentale per l’equilibrio della vita sul nostro pianeta.

Dalla stabilizzazione del clima, dalla produzione di ossigeno e arrivando alla pulizia dell’atmosfera, le foreste sono indispensabili e trovare modi di tutelarle è un’esigenza fondamentale. È questo che cerca di ottenere il Food Forest.

Foreste di città.

La Beacon Food Forest è una delle realtà pioniere di questo concetto, nonché una delle Food Forest più grandi del mondo. Localizzata a Seattle, essa è composta da alberi da frutto, arbusti produttori di bacche e ortaggi.

Senza usare pesticidi o altri agenti chimici, la Food Forest di Seattle è un ecosistema in grado di autoregolarsi. Andando avanti con il minimo intervento da parte dell’uomo, la foresta urbana produce cibo in abbondanza utilizzando il minimo delle risorse.

La comunità locale guadagna cibo prodotto con sistemi naturali ed etici, mentre la biodiversità del pianeta viene salvaguardata. In aggiunta, come se fosse poco, la foresta contribuisce ad abbassare i livelli di CO2 presenti nell’aria della zona urbana, rendendo la vita in città più salutare.

Cibo, verde e ossigeno.

L’idea delle Food Forest sta prendendo sempre più piede: in un’epoca di forti discussioni sulla tutela dell’ambiente e di ecosostenibilità della produzione alimentare, potrebbero diventare una chiave di volta nel dibattito.

Già molte città nel mondo stanno studiando questo metodo, sperando di poterlo applicare alla loro economia locale. E tra le tante città che avvieranno questo progetto, ci sono anche alcune italiane!

Soprattutto Milano, che impiegherà le sue immense aree verdi appena fuori città per avviare una food forest di oltre 2000 piante fruttifere. Ma altri progetti stanno nascendo anche in Sicilia e in Emilia-Romagna.

Se tutto andrà bene, presto vedremo nascere una nuova filiera di cibo che porterà benefici a tutte le comunità coinvolte!

Se siete interessati ad approfondimenti sulla sostenibilità e la salvaguardia dell’ambiente, vi consigliamo la visione su UAM.TV di:

  • “Trashed-Verso rifiuti zero”, in cui Jeremy Irons ci conduce attraverso i cinque continenti, mostrando quanto l’inquinamento dell’aria, della terra e degli oceani stia mettendo sempre più in pericolo la stessa esistenza del genere umano. Qui potete leggere la nostra recensione.
  • Oltre le chiome, che racconta di un gruppo di ecologisti alla ricerca degli alberi più grandi e importanti dell’amazzonia per scalarli, conoscerli, salvarli. Qui potete leggere la nostra recensione.
  • “No impact man”, in cui lo scrittore newyorkese, ambientalista e progressista Colin Beavan prova a vivere un anno a impatto zero nel cuore di Manhattan.
  • “Un altro mondo” , del nostro Thomas Torelli, fondatore di UAM.TV (da cui la piattaforma prende il nome, UAM è infatti l’acronimo del titolo) documentario che propone una riflessione sull’interconnessione tra uomo e universo, legame che troppo spesso gli uomini dimenticano di avere. a vivere un anno a impatto zero nel cuore di Manhattan. Qui potete leggere la nostra recensione.
  • “IRIRIA Niña Tierra” è un’analisi, dal locale all’universale, sulla radice “Culturale” che sta alla base dei problemi ambientali che in questa epoca il pianeta si trova ad affrontare.
  • Greta (I’m Greta), la storia della ragazzina ambientalista, presentato all’ultima Mostra internazionale del Cinema di Venezia e che stiamo cercando di acquisire per UAM.TV e di cui potete leggere qui la nostra recensione.
  • “Deforestazione made in Italy”, un’inchiesta che racconta il “legame invisibile” tra la deforestazione tropicale e le eccellenze del Made in Italy attraverso l’import di materie prime.
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