Documentari Recensioni

Cinema Komunisto: la pellicola utopista

Il cinema come arma politica, mezzo di propaganda ed espressione di indipendenza. Questo è quello che ricorda Cinema Komunisto, documentario sull’importanza che la settima arte ebbe nella Jugoslavia comunista.

Intervistando i registi più famosi dello stato oramai disciolto, ripercorriamo l’interesse che il regime ebbe nella produzione filmica del paese, oltre all’apertura che fece nei confronti dell’Occidente, rimarcando la propria autonomia culturale dalla Russia Sovietica.

POLITICA CINEMATOGRAFICA

Tito fu notoriamente un appassionato di cinema, tanto da avere un proiezionista privato (che compare tra gli intervistati di questo film). Il suo amore non nasceva solo da interesse personale: come molti altri leader del suo tempo, Tito intravvide le potenzialità politiche dell’industria cinematografica.

Nacque così la Hollywood jugoslava, gestita dallo stato e pensata per narrarne le gesta. A partire dai film di guerra sulle imprese dei partigiani, fino ad arrivare ai drammi socio-politici e ai biopic sugli eroi del paese. Obiettivo dichiarato di questo sforzo produttivo era solo uno: formare una coscienza popolare attraverso l’uso del cinema.

Tuttavia, a differenza dei film puramente educativi dei sovietici o dei film di esaltazione patriottica dei regimi fascisti, il cinema promosso da Tito divenne col tempo un’industria di qualità, alla quale parteciparono e si interessarono alcuni dei volti più noti dell’intrattenimento dell’epoca.

GLAMOUR BALCANICO

L’opera dei registi jugoslavi, unita al carisma e alla popolarità di Tito, attirarono l’attenzione di volti notissimi del cinema mondiale. Orson Welles, Sofia Loren, e moltissimi altri visitarono i set delle produzioni della Jugoslavia, portando la loro notorietà e le loro conoscenze.

In breve tempo, il cinema balcanico divenne tanto noto da condurre attori del calibro di Kirk Douglas, il memorabile Spartacus nel film di Stanley Kubrick, il quale fu scelto per interpretare lo stesso Tito.

Distaccandosi dalla chiusura culturale del blocco sovietico, l’influenza cinematografica di Tito riuscì a farsi sentire in tutto il mondo, esercitando un’influenza che dura ancora oggi.

LE ROVINE DI UN SOGNO

Come tutti sappiamo, per quanto l’influenza duri ancora, la sua origine si è da tempo spenta. Al di là di ogni considerazione politica, Cinema Komunisto prende atto di questo vuoto e vi si addentra per esplorarne i resti.

I personaggi chiave dell’epoca, gli attori e i registi, narrano un tempo memorabile della loro vita personale e nazionale, rievocando l’impegno profuso nel tentativo di consolidare l’ideale comunista jugoslavo nei sogni della gente.

Ora di quell’ideale non rimane molto, se non i sogni dei nostalgici e i set lasciati in disuso. Con quel misto di nostalgia e accettazione, Cinema Komunisto fa il punto di un’epoca passata e ci racconta di come funzionasse una delle più grandi fabbriche di sogni della storia.

Un ottimo spunto per riflettere su ogni altra possibile fabbrica che stia producendo i nostri sogni in questo momento.

Regia: Mila Turajlic
Anno: 2011
Genere: documentario
Durata: 100”
Lingua originale: serbo-croato
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