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Live Aid: quando la musica cambiò il mondo

  • Immagine del redattore: Redazione UAM.TV
    Redazione UAM.TV
  • 13 lug
  • Tempo di lettura: 4 min

E se oggi ne avessimo più bisogno che mai?

Live Aid: quando la musica cambiò il mondo
Live Aid: quando la musica cambiò il mondo

13 luglio 1985.

Quel giorno, la musica si fece carne, sangue e coscienza collettiva. Due stadi, Londra e Filadelfia. Due continenti uniti da un’onda sonora di solidarietà.

Queen, U2, David Bowie, Bob Dylan, Madonna, Paul McCartney, Led Zeppelin, The Who, Tina Turner, Elton John. Una costellazione irripetibile.

Il Live Aid non fu solo un concerto, ma un evento epocale che risvegliò milioni di coscienze, mobilitando energie creative e risorse per combattere una delle più gravi crisi umanitarie del secolo: la carestia in Etiopia.


“Non vogliamo i vostri applausi. Vogliamo i vostri soldi. Perché là fuori c’è gente che sta morendo.”– Bob Geldof, ideatore dell’evento.


In un’epoca senza social, senza dirette streaming da smartphone, 1,5 miliardi di persone si collegarono alla tv per unire le voci contro la fame e l’indifferenza.


Un grido globale che oggi manca


Oggi, il mondo sembra più informato, più connesso… eppure più cieco. I genocidi e le guerre non sono scomparsi. Sono cambiati gli algoritmi che li nascondono.

Sudan. Gaza. Ucraina. Yemen. Congo. Myanmar. Siria. Conflitti eterni e tragedie nuove si consumano nel silenzio assordante di un mondo che ha imparato a scrollare via anche la morte. Oggi abbiamo bisogno, più che mai, di un nuovo Live Aid per la pace. Non solo per raccogliere fondi, ma per accendere fari potenti, capaci di illuminare il buio in cui si consumano ingiustizie invisibili.


L’arte come atto politico e spirituale


Il Live Aid ci ricordava che l’arte può ancora scuotere le fondamenta del mondo. Non è solo intrattenimento. È una responsabilità. Ogni nota, ogni parola, ogni fotogramma può diventare un atto d’amore o di omissione.

Oggi la musica spesso si è addomesticata. Inseguita dal marketing, compressa dagli sponsor. Ma ci sono ancora artisti coraggiosi che stanno cercando di riportare al centro la coscienza.


Chi prova oggi a riaccendere quella fiamma?


Roger Waters, ex Pink Floyd, ha portato in scena uno dei tour più politicizzati degli ultimi anni. Sui suoi schermi scorrono le immagini dei bambini palestinesi, i messaggi contro l’apartheid, le accuse a chi alimenta guerre per profitto. Le sue posizioni sono divisive, ma la sua voce resta una delle più potenti nel panorama musicale contro l’ipocrisia del potere.


Måneskin, durante il tour mondiale, hanno spesso denunciato la guerra in Ucraina e la repressione dei diritti civili. Al di là dello stile e dell’estetica, hanno saputo usare il palco per mandare messaggi chiari, rivolgendosi a un pubblico giovane spesso ignorato.


Pearl Jam, nei loro concerti, mostrano immagini dal Medio Oriente, invitano alla riflessione sul cambiamento climatico e sulla giustizia sociale. Eddie Vedder, da sempre, trasforma ogni esibizione in un momento di condivisione emotiva e politica.


Bruce Springsteen, solo pochi giorni fa allo Stadio San Siro di Milano, ha interrotto il concerto per rivolgersi al pubblico con parole che hanno rimbalzato nel mondo:


“Viviamo tempi difficili. Tempi di guerre, di odio, di paura. Ma la musica ci unisce. E finché siamo insieme, finché cantiamo insieme, finché restiamo umani, c’è speranza.”


Un momento semplice, potente, che ha acceso migliaia di cuori. Nessuna retorica, solo verità: la musica può ancora essere un rifugio, un fuoco che scalda e illumina.


Bono Vox, che del Live Aid fu protagonista, non ha mai smesso di usare la sua popolarità per cause umanitarie. Dai diritti umani in Africa alla lotta contro l’AIDS, continua a essere simbolo di un’arte che non resta in silenzio.


Travis Scott, durante alcuni eventi del 2024, ha inserito nel suo show riferimenti diretti alle violenze razziali e alla brutalità della polizia negli USA, mescolando immaginario urbano, tecnologia e denuncia.


E poi ci sono i piccoli artisti indipendenti, quelli che non vediamo sui grandi palchi, ma che ogni giorno, nei locali, nei festival, nei social, raccontano storie scomode, danno voce a chi non ne ha. Ci piace menzionare, una tra tutti, la nostra amica Lavinia Mancusi, una delle voci più profonde e autentiche del panorama folk italiano. Musicista e cantautrice romana, ha fatto della contaminazione tra tradizioni popolari del Meridione e sonorità mediterranee la sua cifra artistica. Nei suoi concerti, Lavinia racconta storie di terra, migrazioni, resilienza: ogni accordo e ogni parola diventano atto politico, testimonianza di un’arte che osa parlare, che osa voler cambiare qualcosa.


Serve un nuovo slancio collettivo


Non servono solo grandi nomi. Serve una nuova alleanza tra arte e coscienza. Un’azione globale, collettiva, per ricordare che l’empatia è ancora possibile, che la bellezza può ancora muovere battaglie.

Serve un evento che non sia nostalgia, ma rivolta spirituale. Una ribellione contro la rassegnazione. Contro l’idea che tutto ciò che succede altrove non ci riguardi.


L’impegno di UAM.TV


Noi di UAM.TV crediamo nel potere delle storie. Sappiamo che un film, un documentario, una melodia possono aprire gli occhi più di mille notizie, risvegliando la parte più autentica e compassionevole di noi. Per questo sosteniamo, produciamo e condividiamo contenuti che parlano al cuore e svegliano l’anima.

Ma non ci basta. Vogliamo essere parte attiva nella formazione di una massa critica, un nucleo consapevole e vitale di persone che non si accontentano più della narrazione dominante. Uomini e donne che scelgono di vedere, di sentire, di agire. Perché ogni risveglio individuale è un seme, e solo insieme possiamo far sbocciare una foresta.

Sogniamo un nuovo Live Aid. Un’onda di consapevolezza che parta dai piccoli gesti, dai messaggi autentici, dalle creazioni ribelli. Una rivoluzione silenziosa e inarrestabile, che non chieda il permesso ma offra una visione alternativa di mondo. Un mondo in cui l’arte, la bellezza e la coscienza non siano più ai margini, ma al centro di ogni scelta.


Noi vogliamo esserci.

Vuoi esserci anche tu?


Citazione d'autore

“La musica può cambiare il mondo perché può cambiare le persone.”

Bono Vox

Consiglio consapevole

Scegli una canzone che, in passato, ti ha risvegliato dentro. Ascoltala in silenzio, con presenza. Poi chiediti: oggi, quale voce ha bisogno di essere ascoltata?Condividi quella canzone. Scrivi un messaggio. Parla. Agisci.Perché ogni gesto, se autentico, può essere un nuovo Live Aid.


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