Alan Watts: la voce che insegnò all’Occidente a danzare con l’Universo
- Redazione UAM.TV
- 2 giorni fa
- Tempo di lettura: 3 min
L’uomo che ci ha insegnato a smettere di cercare e iniziare a essere.

Ci sono filosofi che analizzano il mondo, altri che cercano di cambiarlo. E poi c’è chi, come Alan Watts, ci invita semplicemente a fermarci, ad ascoltare la danza cosmica, a scoprire che la vita non è un problema da risolvere, ma un mistero da vivere.
Nato il 6 gennaio 1915 in Inghilterra e morto il 17 luglio 1973 tra le colline della California, Alan Watts ha attraversato il XX secolo portando con sé un messaggio tanto radicale quanto disarmante: non siamo esseri umani che vivono in un mondo, ma siamo il mondo che ha preso la forma di un essere umano.
Il ponte tra due mondi
In un tempo in cui l’Oriente era ancora un mistero per l’Occidente, Watts si fece ponte tra due culture. Cresciuto in una famiglia cristiana, fu affascinato sin da ragazzo dalle filosofie orientali. Dopo essersi trasferito negli Stati Uniti, fu ordinato sacerdote episcopale, ma ben presto lasciò gli abiti religiosi per dedicarsi completamente allo studio e alla divulgazione delle tradizioni spirituali asiatiche.
Watts non era un guru né un maestro dogmatico. Era un narratore, un esploratore dello spirito, uno di quei rari pensatori capaci di parlare di zen, tao e meditazione con un linguaggio accessibile, ironico e profondo al tempo stesso. Il suo modo di raccontare era simile a una brezza: leggero, ma capace di scardinare le nostre certezze più radicate.
Tu sei l’universo che si osserva
Il cuore del pensiero di Alan Watts è una visione dell’esistenza non-duale. Secondo lui, non esiste un “io” separato dall’universo. L’idea di un individuo isolato, chiuso nella sua pelle, che deve controllare il mondo là fuori, è una finzione culturale. In realtà, siamo onde dell’oceano cosmico, temporanee ma reali, effimere ma complete.
«Tu non sei un visitatore in questo mondo. Sei emerso da esso, proprio come le onde emergono dal mare. Tu sei il mondo.»
Una prospettiva che può sembrare mistica, ma che Watts esponeva con disarmante lucidità, spesso accompagnata da una risata. Per lui, l’illuminazione non è un traguardo, ma la risata che arriva quando smettiamo di prenderci così terribilmente sul serio.
Filosofia viva, non accademia
I suoi libri – come La via dello Zen, La saggezza dell’insicurezza o Il Tao della filosofia – non erano trattati scolastici, ma inviti alla trasformazione personale. Watts non voleva “insegnare” nel senso classico del termine. Voleva risvegliare. Voleva che ognuno di noi aprisse gli occhi e vedesse, da sé, che il presente è tutto ciò che c’è, e che non c’è nulla da ottenere perché siamo già ciò che cerchiamo.
Molto prima che diventasse di moda parlare di mindfulness, lui ci diceva: “Non cercare di stare nel presente. Renditi conto che non puoi stare in nessun altro luogo.”
Una voce che vibra ancora
Sebbene sia morto nel 1973, Alan Watts continua a parlare. I suoi discorsi, registrati su nastri magnetici e oggi disponibili online, vengono ascoltati da milioni di persone. La sua voce, profonda e ipnotica, è diventata colonna sonora della riscoperta spirituale contemporanea.
Il suo pensiero ha ispirato non solo filosofi e ricercatori, ma anche artisti, musicisti, registi. La sua capacità di mescolare scienza, religione, poesia e umorismo ha aperto la strada a un modo nuovo di intendere la spiritualità: non come fuga dal mondo, ma come piena immersione nella sua meraviglia.
Consigli di lettura: partire da Alan Watts
Se ti avvicini per la prima volta al suo pensiero, ecco tre libri fondamentali per entrare nel suo mondo:
1. La via dello Zen
Un’introduzione semplice e profonda al pensiero zen, che unisce storia, filosofia e intuizione. Ideale per chi vuole comprendere cosa sia davvero lo zen, oltre gli stereotipi.
2. La saggezza dell’insicurezza
Un testo illuminante sull’ansia moderna e l’illusione del controllo. Watts ci mostra che l’insicurezza non è un nemico da combattere, ma la via d’accesso alla libertà spirituale.
3. Il Tao della filosofia
Una raccolta di conferenze che offre una visione ispirante e ironica del senso della vita, tra taoismo, umorismo e paradossi.
Citazione d’autore
"Cercare di definire te stesso è come cercare di morderti i denti." Alan Watts
Consiglio consapevole
La prossima volta che ti senti perso, stanco o in ansia, prova a chiudere gli occhi e non cercare nulla. Non meditare “per rilassarti” o “per capire di più”. Siediti semplicemente con te stesso. Lascia che tutto accada. Ricorda che non devi diventare nulla, perché sei già l’onda che danza con il mare.
Bell'articolo! Io tra i libri aggiungerei anche "la Via dell'acqua che scorre"