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I batteri si stanno evolvendo per mangiare la plastica

L’inquinamento da plastica potrebbe presto trovare un nuovo nemico: una ricerca ha infatti scoperto che alcuni batteri stanno sviluppando gli enzimi necessari a degradare i materiali plastici.

Una ricerca dell’Università di Chalmers, in Svezia, ha scoperto diverse mutazioni in batteri ritrovati nelle zone più profonde del mare. Quelle stesse zone nelle quali si accumula la maggiore quantità di plastica, spiegando quindi il motivo di questo sviluppo.

Una possibile risposta dell’ambiente all’inquinamento

Aleksej Zelezniak, ricercatore presso l’Università di Chalmers, ha spiegato come siano stati trovati enzimi differenti in grado di digerire oltre dieci tipi diversi di plastica. La ricerca è partita appunto dal microbioma trovato sui fondali marini, ma si è spostata in fretta verso altri ecosistemi.

Quello che è stato scoperto è che i batteri sviluppano questi enzimi a seconda dell’ambiente in cui si trovano. E ovviamente, in base al tipo di plastica che vi abbonda. Questo dimostrerebbe, secondo Zelezniak, che il microbioma mondiale è in grado di sviluppare risposte mirate alle pressioni che subisce.

Questo potrebbe essere il segno di una risposta da parte dell’ecosistema: lo sviluppo di batteri capaci di degradare la plastica e quindi, si spera, ridurne l’inquinamento.

I precedenti della lotta batterica alla plastica

Già nel 2016 alcuni scienziati crearono accidentalmente un enzima capace di distruggere materie plastiche nel giro di pochi giorni. Questa creazione innescò una notevole curiosità e un rinnovato interesse nella possibilità di utilizzare i batteri per combattere l’inquinamento.

Nel 2020 un team di ricerca americano ha creato un enzima capace di degradare la plastica nel giro di poche ore. Un notevole incremento rispetto ai circa quattro secoli che servono per degradare la plastica naturalmente.

Ma la scoperta di un processo simile in atto nell’ecosistema batterico, in maniera spontanea e senza manipolazioni da parte dell’uomo, dimostra che un’evoluzione in questo senso è già in atto. E soprattutto, mette in luce quanto il problema dell’inquinamento sia diventato pervasivo.

Una possibile sinergia tra umani e batteri

Restano ancora molti aspetti da approfondire su questo argomento. Uno dei principali nodi da sciogliere sono le differenti evoluzioni avvenute in comunità batteriche cresciute in condizioni simili tra loro.

Al di là di questi aspetti più tecnici, i ricercatori dell’Università di Chalmers si dicono fiduciosi sul fatto che questa scoperta possa aprire nuovi orizzonti di collaborazione tra gli esseri umani e i batteri per la lotta all’inquinamento.

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Se il tema dell’inquinamento e dell’ambiente vi interessa, potete guardare il documentario Trashed: Verso Rifiuti Zero, di cui potete leggere la recensione Trashed: Verso Rifiuti Zero.

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