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Perchè l’otto marzo si regalano le mimose? Significato e origine di un fiore importante.

I fiori delle mimose, piccoli e piumosi batuffolini riuniti in vivaci grappoli gialli, sono diventati il simbolo della Giornata Internazionale della Donna con un significato ben preciso: la mimosa, pianta appartenente alla famiglia delle Mimosacee, importata in Europa dall’Australia all’inizio del XIX secolo, ha trovato in Italia il clima ideale per crescere e svilupparsi anche spontaneamente e, al di là della spinta commerciale degli ultimi anni, per questo è considerato un fiore economico: alla portata di tutti e che quindi tutti possono permettersi di regalare.

I fiori sbocciano proprio sul limitare dell’inverno, e sono tra i primi ad anticipare il risveglio di primavera. Dunque simboleggiano bene il passaggio da un epoca buia e fredda ad una nuova luminosa stagione di risveglio, della natura ma anche delle coscienze.

Anche la loro capacità di fiorire in terreni difficili viene associata alla storia femminile e quindi alla resilienza delle donne, alla loro capacità di affrontare a testa alta ogni difficoltà e rialzarsi senza paura.

In Italia la mimosa è simbolo della donna e della sua Festa

E proprio in Italia la mimosa è diventata simbolo della donna e della sua Festa, a significare il passaggio da un lungo, lunghissimo periodo di repressione ad un percorso di emancipazione che ci ha portate oggi, in teoria, ad un livello di parità tra i sessi.

In Italia, il rametto di mimosa fu associato all’8 marzo a partire dal 1946, quando per iniziativa della parlamentare antifascista e femminista Marisa Rodano, assieme ad un importante gruppo di donne fondatrici dell’UDI, Unione Donne Italiane, venne offerto alle donne per la Giornata Internazionale.

La scelta delle mimose  si deve a Marisa Rodano, donna emblema del femminismo e dell’emancipazione

Un secolo di militanza antifascista e femminista. E’ la testimonianza di vita di Marisa Rodano, che ha compiuto 100 anni lo scorso 21 gennaio, donna simbolo di lotta per l’emancipazione delle donne.   

Ha perseguito i suoi ideali battendosi sia nelle aule parlamentari che alla guida delle manifestazioni di piazza che hanno che hanno contribuito al raggiungimento delle più importanti conquiste dell’emancipazione femminile,  dal diritto di voto, al divorzio, all’aborto e alla parità di genere.

Così racconta Marisa Rodano in un’intervista a Vittoria Tola, già Responsabile nazionale dell’Udi, in un libro prossima uscita (‘Mimosa in fuga’, ed. Carthusia), dove però non ama ostentare questa maternità:

Era il primo 8 marzo che si celebrava nell’Italia ormai libera e la scelta della mimosa come fiore della Giornata Internazionale della donna venne da sé. Tutto è avvenuto a Palazzo Giustiniani in una riunione del Comitato direttivo dell’Udi dove si discuteva della necessità di scegliere un fiore-simbolo.

Rammento che passammo in rassegna diverse possibilità: scartato il garofano, già legato al Primo maggio, esclusi gli anemoni perché troppo costosi, la mimosa sembrava convincente, perché, almeno nei dintorni di Roma, fioriva abbondante e poteva esser raccolta senza costi sulle piante che crescevano selvatiche.

Fu così che disegnai un approssimativo rametto di mimosa con l’apposito punteruolo che incideva la cera, sul cliché, con il quale sarebbe stata ciclostilata la circolare per i comitati provinciali. Nel Lazio e nel Sud, dove la pianta cresce spontanea, spesso fiorisce assai prima dell’otto marzo. Quando ero dirigente dell’Udi di Roma, ne facevamo venire quintali e trascorrevamo intere giornate a dividerla e a farne mazzetti, era duro. Certo in quei giorni mi sarei ben guardata dal rivendicare con le mie compagne la maternità di quella scelta”.

I rametti di mimosa venivano poi donati da gruppetti di donne militanti insieme ai volantini e al giornale ‘Noi Donne’, e non di rado venivano fermate dalla polizia:  “Mi ricordo che venivano sequestrati i mazzetti di mimosa e le donne venivano fermate . Ci organizzammo – racconta ancora Rodano – affinchè Giuseppe Di Vittorio, che allora era Segretario Generale della CGIL, facesse un giro per il comune di Roma ad offrire la mimosa alle donne”.

Altri tempi, ma non dobbiamo mai dimenticarli!

Altri tempi, possiamo pensare oggi noi donne, che non dobbiamo però dimenticare mai!

E’ solo grazie a queste fiere e coraggiose combattenti che oggi possiamo dare per scontati alcuni diritti che un tempo erano impensabili. Sappiamo infatti che c’è ancora molta strada da fare per raggiungere una vera parità di genere, soprattutto nel mondo del lavoro, della ricerca scientifica e soprattutto della gestione della vita familiare.

Vogliamo ricordare infatti anche qui a tutti gli uomini di trattare, soprattutto tra le mura di casa,  le loro compagne con rispetto e guanti velluto, e di ricoprirle sempre, non solo l’otto marzo, con una grande e profumata montagna di mimose!

Noi di UAM.TV auguriamo tutto il bene, la giustizia, e il rispetto del mondo a tutte le donne del mondo!

Per festeggiare l’otto marzo, oltre alla pubblicazione del documentario Vogliamo anche le rose sulla nascita del movimento femminista, abbiamo deciso di offrire, solo per oggi e domani, l’abbonamento mensile ad un prezzo speciale. Fino alla mezzanotte del 9 marzo, usando il codice sconto 8MARZO, potrai abbonarti a solo 5,90€ al mese per 12 mesi!

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