Viaggi consapevoli

Il Vaccino di Santiago- Giorno X- Non chiamatela vacanza

giorno – Logrono/Najera

580 km circa ancora da percorrere

Non chiamatela vacanza.
Letti a castello, materassi di plastica ricoperti di lenzuola di carta monouso, sveglia all’alba e, al buio, prepari il tuo zaino senza svegliare gli altri. Gli stessi che per tutta la notte ti hanno russato nelle orecchie.
Infili le scarpe di un numero più grande che sono già strette perché hai i piedi gonfi come canotti. Esci al buio cercando la freccia gialla del Cammino o la conchiglia illuminato solo dalla torcia che hai con te, fa freddo e alcune volte fuori piove… e c’è chi ancora oggi mi dice che sono in vacanza in Spagna!
Il cammino di Santiago non è una vacanza!

Oggi quasi 30 km da percorrere, non una tappa lunghissima, ma c’è un solo paese tra la partenza e l’arrivo. I primi chilometri scorrono facilmente, è mattimo presto, borraccia dell’acqua piena, i piedi fanno male, ma è sopportabile. Ci si ferma a Navarrete, alla fine della tappa mancano quasi diciassette chilometri. Prendo un caffè, un pezzo di pane con il prosciutto e si riparte. C’è una piccola deviazione cheè possibile fare: passare per il pueblo di Ventosa.

Siamo un gruppo, decidiamo di tirare dritto verso la meta.

Il sole si è scaldato, intorno a noi solo vigne e i piedi fanno ancora più male, ad ogni passo le pietre che calpesto mi feriscono, sembrano aghi sotto la pianta del piede. Vado avanti.

Come ogni tappa il gruppo si divide per ritrovarsi all’arrivo, questo è il cammino: si parte insieme e si arriva allo stesso punto, ma ognuno ha i suoi tempi e la sua andatura.

Il sole è a picco, ho finito l’acqua  e mancano ancora otto chilometri. Di solito bevo solo davanti alle fontane in modo da poter assicurarmi sempre la borraccia piena, ma oggi ha fatto troppo caldo e non ho trovato fontane. Al gruppo si è aggiunto Alessio, un giovane di Torino, simpatico e di bell’aspetto. Fa il barman e non ci vuole molto a capire qual è per lui la mancanza più grande durante il Cammino: le donne.

Anche lui ha delle vesciche e per il dolore decide di fermarsi, io di continuare. Intorno ho solo cave di pietra, terreni incolti, vigne e nessuna fontana.

Sto morendo di sete. No, non chiamatela vacanza.

Mi avvicino a una vite e rubo un grappolo d’uva: zuccheri e idratazione. Gli acini non sono ancora del tutto maturi, ma meglio di nulla. Ho i piedi in fiamme. So che Alessio è alle mie spalle, ma non lo vedo più. Cammino e sento il dolore aumentare, arrivo in cima a una colllina e non trovo nemmeno un po’ di ombra, voglio fermarmi, voglio lanciare le scarpe il più lontano possibile e tuffarmi in una piscina, sdraiarmi sul divano con Kuss, ritornare a casa che al mio ritorno non avrò più, voglio riavere il mio lavoro nel ristorante e ricominciare ad accogliere i turisti nei miei b&b. Qualsiasi cosa, ma basta camminare.

Una folata di vento mi arriva alle spalle e mi dona un po’ di sollievo, mi rigenera e mi spienge in avanti. Mi giro e sono solo, inizia una lieve discesa, i sassi continuano a spingere sotto la pianta del piede, faccio ancora un passo e poi ancora uno, poi ancora un altro e alla fine trovo un ruscello!

Un ponticello di legno e un piccolo ruscello di acqua fresca. Mi fermo, mi levo le scarpe, tolgo i calzini e infilo i piedi bollenti nell’acqua gelida: il paradiso lo immagino così.

Non mi fido a berla, ma sono all’ombra e con i piedi a mollo, sono in estasi, mi viene da piangere dalla gioia. Passano pochi minuti e sento la voce di Alessio, scende anche lui mettendo i piedi nell’acqua. Cominciamo a ridere come due ragazzini, lui mi passa la sua acqua di scorta e mi fa bere: è calda, ma potabile.

Dopo 15  minuti arrivano tutti gli altri e sotto il ponticello diventa una festa dividendoci mezza baguette e qualche fetta di jamon. Mancano due chilometri all’arrivo, ma era piu’ importante stare insieme che arrivare primi.

No, non chiamatela vacanza, è qualcosa di diverso.

Puoi seguire il mio viaggio anche attraverso il mio profilo Instagram @mase.ph

Qui puoi recuperare tutte le tappe del viaggio di Massi.

Se sei interessato al Cammino di Santiago leggi la recensione di “Sei vie per Santiagoil film presente nel nostro catalogo.

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