Viaggi consapevoli

Il vaccino di Santiagio: 1° giorno- Voglio tornare a casa

VOGLIO TORNARE A CASA

1º giorno – Pamplona
710 km ancora da percorrere

Arrivo a Pamplona alle 21, è tardi. Vado direttamente nel convento che ho prenotato.
Entro e trovo la ragazza addetta al check-in: fredda, seria, troppo seria.
Faccio il simpatico per nascondere tutto l’imbarazzo della prima volta e della lingua, lei è ancora più fredda. Mi chiedo quanti italiani “simpatici” abbia visto in vita sua.
Mi consegna un pacco con un lenzuolo e una federa e mi indica il letto: primo piano, posto 70.
Pago i miei 7€ per una notte e mi dice che posso andare.
Salgo le scale e mi trovo davanti ad una fila interminabile di letti a castello.
Voglio tornare a casa.
Io pago e devo anche cercarmi il letto e prepararlo? 


È buio. Cammino lentamente davanti ai letti, mi sento un sergente militare che passa in revisione la camerata. Dove sarà “palla di lardo”?
Scarpe ovunque, panni stesi, asciugamani e mutande In bella vista, ogni letto occupato ha uno zaino accanto: ma dove cazzo sono?
Torna la paura.
Arrivo al letto numero 70. Accendo una piccola luce che mi aiuta a vedere meglio.

Mi sistemo, faccio il letto, tiro fuori Il sacco a pelo e lo sistemo sul materasso, infilo il cuscino nella federa bianca, sembra tutto pronto per la notte.
Ho bisogno di una doccia.
Prendo le poche cose di cui ho bisogno: asciugamano, saponetta, deodorante, porta lenti a contatto e spazzolino. Vado verso il bagno.
Gente che dorme, alcuni sono al telefono, altri mangiano, nessuno saluta e nemmeno mi rivolge la parola.
Voglio tornare a casa.
Voglio il mio letto, Kuss che mi cerca e che si accoccola sopra le lenzuola. Penso a lui tutto solo nella pensione per cani dei miei amici, con i suoi amici cani, ma senza di me. Mai come quest’anno mi sta mancando.

Mi spoglio, mi lavo e quasi torna la serenità. Esco dalla doccia e mentre mi lavo i denti entra un ragazzo fa la pipì e se ne va.
Voglio Tornare a casa.

Cado verso il letto numero 70, mi infilo nel sacco a pelo e decido di mettermi a dormire. Sono le 22.00 e sono stato svegliato:

  • 2: mi sveglio, un tizio sta sistemando lo zaino e fa rumore con le lampo.
  • 3: mi sveglio ancora, qualcuno ha sbattuto la porta.
  • 3.30: il ragazzo accanto al mio letto si alza e accende la luce.
  • 5:15 ennesimo rumore, decido di alzarmi e prepararmi per la prima tappa: PAMPLONA – PUENTE DE LA REINA 23,6 km.




Sono pronto per la partenza. C’è solo un piccolo problema: non so dove andare.
Esco fuori dal convento e trovo un ragazzo spagnolo: lo seguo, sono le 5:40 del mattino.
Sto camminando da pochi chilometri, lo zaino mi pesa, è ancora buio, il tipo mi parla in spagnolo e capisco che la storia della ESSE finale non funziona.
Comincia la salita. Lui parla, io arranco e ho il fiatone, stiamo ancora salendo e sudo, anzi grondo!
Voglio tornare a casa.
Ridatemi Kuss, ridatemi il mio posto nel mio ristorante, ridatemi i turisti di Roma e i miei b&b.
Pietre, salite, freddo e lo zaino comincia a pesare ancora di più.
Durante tutto il tragitto penso: dopo tutta questa salita, dovrà pure arrivare una discesa.
Arrivo in cima a quello che qui chiamano l’ALTO DEL PERDON : un panorama mozzafiato.
Sono felice, inizia la discesa, finalmente.

è vero voglio tornare a casa, ma da qui si riesce a vedere il mondo


Maledetta discesa!
Ciottoli, sassi appuntiti che ti si infilano nella punta del piede, buche: un inferno.
Ho paura che le ginocchia non reggano e mi aiuto con le bacchette, il passo è incerto, le caviglie vacillano, si scivola.
Voglio tornare a casa.

Finita la discesa inizia un normale sentiero simile a quelli di Villa Pamphili, dovrebbe essere sempre così, sulla pianura sono bravissimo. Lo spagnolo continua a parlare e io comincio a capire qualcosa. È di Madrid, fa maratone, è allenato ed è al “terzero” cammino.
Dovrebbero consegnare un t-shirt o un cappello a quelli allenati, non lo avrei seguito.
Lo zaino si è fatto di piombo sembra pieno dei sassi di prima.

Arriviamo insieme alla meta, lui decide di proseguire, farà due tappe in una giornata, io trovo un altro convento dove dormire.
Entro, sono il primo ad arrivare, sono molto gentili, mi aiutano e mi spiegano le loro regole e mi fanno scegliere il letto. Sono le 12:30, ho il bagno tutto per me, mi tolgo le scarpe, appoggio lo zaino a terra, mi faccio una doccia.
Mi fanno male i polpacci, le spalle, la schiena, ho un principio di vesciche, ho appena fatto 23,6 Km di 281.

VOGLIO ARRIVARE A SANTIAGO

ALTO DEL PERDON

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Se sei interessato al Cammino di Santiago leggi la recensione di “Sei vie per Santiago, il film presente nel nostro catalogo.

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