Tornare al silenzio
- Redazione UAM.TV

- 6 ott
- Tempo di lettura: 2 min
L’arte dimenticata di ascoltare ciò che non parla

Il rumore invisibile che ci abita
Viviamo immersi in un’epoca che ha paura del silenzio. Ogni spazio viene riempito da suoni, immagini, notifiche, parole. Ma il rumore più forte non è quello esterno: è il dialogo continuo dentro di noi, quel flusso di pensieri che ci spinge a fare, dire, reagire. Quando il mondo tace, restiamo soli con noi stessi, e proprio lì spesso si rivela la verità che temiamo di ascoltare.
Il silenzio non è assenza, è presenza: una porta che conduce a una dimensione più profonda di noi, dove le emozioni si placano e il cuore torna a respirare.
Il linguaggio delle pause
In natura, tutto parla anche quando tace. Un lago immobile, il vento tra gli alberi, la notte che si posa lenta: sono insegnanti di quiete. Eppure noi umani abbiamo dimenticato il linguaggio delle pause, la grammatica del respiro, la musica dei vuoti. Riscoprire il silenzio significa imparare di nuovo a leggere la realtà, ad ascoltare ciò che non ha bisogno di spiegazioni. Ogni pausa custodisce una rivelazione, ogni attimo sospeso è una forma di preghiera.
La meditazione come ritorno a casa
Meditare non è fuggire dal mondo, ma tornare a casa. È smettere di inseguire e cominciare a vedere.Nell’ascolto profondo del respiro troviamo il ritmo della vita che scorre, senza fretta e senza giudizio. Ogni ispirazione diventa accoglienza, ogni espirazione diventa abbandono. Non servono posture perfette né rituali complicati: basta sedersi, respirare e lasciar cadere la maschera del fare. Nel silenzio, scopriamo che non c’è nulla da raggiungere — c’è solo da essere.
Il silenzio condiviso
C’è un silenzio che nasce dentro di noi, e un silenzio che si costruisce insieme. È quello che si genera quando due persone si comprendono senza bisogno di parole, quando una comunità medita, quando un gruppo ascolta davvero. In quel silenzio collettivo, la presenza diventa tangibile: le differenze si sciolgono, le paure si quietano. Forse la spiritualità autentica non è un’esperienza solitaria, ma una vibrazione condivisa. Nel mondo frammentato di oggi, imparare a tacere insieme può essere la più rivoluzionaria delle pratiche.
Il silenzio come maestro
Il silenzio non promette risposte facili, ma insegna la pazienza. Ci invita a guardare le nostre emozioni senza fuggire, a lasciare che il dolore si trasformi in comprensione. È un maestro severo ma giusto: ci priva delle certezze per restituirci l’essenza. Nel suo spazio immobile, tutto si ridimensiona. Le priorità cambiano, le parole diventano più vere, la vita più limpida.
Conclusione
Il lunedì è il giorno perfetto per ricominciare, ma non correndo: tornando al centro. Prima di aprire la giornata, chiudi gli occhi, fai un respiro profondo e lascia che il silenzio ti parli. Non serve altro per ritrovare la direzione.
Citazione d’autore“
Il silenzio è la lingua di Dio, tutto il resto è una povera traduzione.”
Rumi
Consiglio consapevole
Oggi prova a restare in silenzio per cinque minuti prima di iniziare ogni attività.Osserva come cambia la qualità del tuo pensiero e la tua presenza.






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