Le parole che curano - L’enigmistica come ginnastica dell’anima
- Sebastiano Vianello
- 13 ago
- Tempo di lettura: 3 min
Tra cruciverba, rebus e giochi di parole: allenare la mente e trovare calma nel piacere dell’enigma.

C’è chi la affronta con la matita ben temperata e la lentezza di un rituale.
Chi invece osa la penna, come una dichiarazione di sicurezza, sfidando l’errore e accettando che, se sbaglierà, il segno resterà.
Per molti l’enigmistica è soltanto un passatempo estivo, un compagno da infilare in borsa per il mare o da aprire al tavolino di un bar. Ma in realtà nasconde un potere silenzioso e potente: quello di allenare la mente, mantenerla elastica e vigile, e allo stesso tempo offrirle un rifugio creativo.
Un ponte tra mente e immaginazione
Compilare un cruciverba, decifrare un anagramma o sciogliere un rebus è un atto che richiede concentrazione, logica e fantasia. Si parte da una definizione, a volte chiara, altre volte volutamente ambigua, e si va a cercare la parola giusta. Per farlo, occorre scandagliare la memoria, percorrere i sentieri della lingua, riconoscere schemi, evocare associazioni. È un esercizio in cui la regola e la sorpresa convivono, e dove la mente si allena a passare dal dettaglio al quadro d’insieme.
Non a caso, autori come Umberto Eco, Stefano Bartezzaghi e Vladimir Nabokov hanno visto nei giochi di parole una vera e propria forma d’arte. Eco li amava per la loro precisione architettonica, Nabokov li considerava piccole trappole di bellezza, Bartezzaghi li ha trasformati in un terreno di esplorazione linguistica, un “giardino” in cui le parole fioriscono in combinazioni sempre nuove.
Il cervello, questo instancabile viaggiatore
Gli studi neuroscientifici lo confermano: i giochi di logica e di linguaggio come l’enigmistica stimolano la memoria a lungo e a breve termine, migliorano la capacità di problem solving, potenziano la concentrazione e mantengono vive le connessioni neuronali. È una vera palestra mentale che, praticata con costanza, aiuta a rallentare i processi di invecchiamento cognitivo.
Ogni volta che cerchiamo la parola giusta, il nostro cervello crea nuovi collegamenti, rafforza circuiti esistenti, sperimenta percorsi alternativi. È come lucidare le lenti con cui guardiamo il mondo: dopo ogni enigma risolto, la realtà sembra un po’ più nitida.
Il tempo sospeso delle parole
L’enigmistica possiede una qualità rara nella vita frenetica di oggi: la capacità di sospendere il tempo. Quando siamo immersi nella ricerca di una soluzione, scompare il rumore del mondo. Seduti all’ombra di un albero, al tavolino di un bar, su una panchina di città o su un telo in riva al mare, entriamo in una dimensione diversa, fatta di lettere, definizioni, incastri.
È un tempo che non chiede velocità, ma profondità. Un piccolo lusso: poter indugiare su un indizio, assaporare il momento in cui la risposta si accende come una lampadina. In quell’istante, non stiamo soltanto “riempiendo caselle”: stiamo allenando la nostra capacità di attenzione, riscoprendo la gioia di fare una sola cosa alla volta.
Una metafora di vita
Ogni enigma racconta una piccola verità universale: non sempre la risposta è immediata. A volte serve cambiare prospettiva, leggere la traccia da un’altra angolazione, o perfino fare un passo indietro per osservare l’insieme. L’errore non è una sconfitta, ma un indizio di direzioni alternative.
Come nella vita, non esistono mappe infallibili. Si procede per tentativi, si corregge, si riprova. E quando, finalmente, la parola giusta trova il suo posto, il piacere è doppio: per la soluzione trovata e per il percorso compiuto. In fondo, la vera bellezza sta lì, nel viaggio più che nell’arrivo.
Un’eredità culturale che resiste
L’enigmistica non è solo un passatempo moderno: ha radici antiche. I primi giochi di parole e di logica si trovano già negli enigmi dell’antica Grecia e nei passatempi letterari dell’epoca romana. Nel Novecento, la “Settimana Enigmistica” e altre riviste hanno trasformato questa tradizione in un appuntamento popolare e intergenerazionale. Nonni e nipoti, amici e sconosciuti al tavolo di un bar: tutti possono trovarsi a scambiarsi suggerimenti su una definizione difficile. È un linguaggio universale che unisce le generazioni e racconta un pezzo di storia culturale condivisa.
Citazione d’autore
"Un cruciverba ben fatto è come un romanzo: non lo si legge, lo si attraversa."
Stefano Bartezzaghi
Consiglio consapevole
Dedica ogni giorno qualche minuto a un piccolo enigma: un cruciverba, un sudoku, un rebus o un gioco di logica. Non per competere, ma per regalare alla mente uno spazio di gioco e alla vita un momento di calma, curiosità e scoperta.








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