Settembre dentro di noi
- Redazione UAM.TV
- 3 giorni fa
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La fine dell’estate come rinascita

Ci sono passaggi dell’anno che ci parlano più forte di altri. Non hanno bisogno di cerimonie ufficiali né di fuochi d’artificio, perché il loro linguaggio è sottile e naturale. Basta alzare lo sguardo, respirare profondamente e accorgersi che qualcosa sta cambiando. L’aria si fa più fresca al mattino, il sole indugia un po’ meno nel cielo, le giornate si accorciano senza fretta ma con decisione. È settembre, un mese che porta con sé l’eco dell’estate e il preludio dell’autunno. Per molti rappresenta il ritorno alla quotidianità dopo le ferie, spesso accompagnato da quella sensazione dolce-amara che chiamiamo malinconia.
Eppure settembre non è soltanto il sipario che cala su un’estate vissuta intensamente. È anche la possibilità di un nuovo inizio. In esso si nasconde un’opportunità: trasformare la nostalgia in consapevolezza, e il ritorno alla routine in un atto di rinascita.
La malinconia come energia nascosta
Quando torniamo dalle vacanze, il cuore porta ancora impresse le emozioni dei giorni appena trascorsi: i volti incontrati, i paesaggi che ci hanno incantato, le sensazioni di libertà. La malinconia che proviamo nasce proprio da questo contrasto: da un lato la pienezza dell’esperienza, dall’altro la paura che si dissolva nella velocità della vita quotidiana. Ma la malinconia non è un sentimento da temere. È un richiamo a ricordarci quanto siamo capaci di vivere, sentire, amare.
Se la guardiamo con occhi diversi, scopriamo che questa nostalgia può diventare energia creativa. Come il vento d’autunno che trasporta semi lontano, anche la malinconia può aiutarci a germogliare nuove intenzioni. Invece di rimanere ancorati al ricordo, possiamo trasformarlo in ispirazione per costruire un presente più autentico.
Il tempo della lentezza
Dopo i mesi estivi, spesso pieni di stimoli e spostamenti, settembre ci invita a un cambio di passo. È il tempo della lentezza. Non una lentezza che significa inerzia, ma una lentezza fertile, capace di restituirci profondità. In un mondo che corre, scegliere di rallentare diventa un atto rivoluzionario.
Possiamo riscoprire il valore delle piccole cose: una colazione preparata senza fretta, la carezza della luce che entra dalla finestra al mattino, il piacere di leggere qualche pagina prima di dormire. Anche il semplice gesto di camminare può trasformarsi in un atto meditativo, se impariamo a farlo con presenza, lasciando che ogni passo ci riconnetta al nostro corpo e al nostro respiro.
Questa lentezza è il terreno ideale per coltivare la consapevolezza. È lo spazio in cui possiamo tornare a sentire davvero ciò che accade dentro e fuori di noi.
Pratiche consapevoli per ripartire
Mindfulness, meditazione, yoga, tecniche di respirazione: strumenti antichi e moderni che ci aiutano a ritrovare centratura. Spesso li immaginiamo come discipline difficili, riservate a chi ha molto tempo o grande esperienza. In realtà, ciò che conta non è la durata o la complessità, ma la costanza e l’intenzione.
Bastano cinque minuti al giorno per fermarsi, chiudere gli occhi e portare attenzione al proprio respiro. Cinque minuti che possono diventare un porto sicuro, un ancoraggio nei momenti di stress. Con la pratica quotidiana, la mente impara a osservare senza giudicare, il cuore a lasciar andare, il corpo a rilassarsi.
Settembre è il mese perfetto per iniziare, perché incarna in sé la dimensione del rinnovamento. Possiamo approfittarne per introdurre piccole nuove abitudini: un momento di silenzio al risveglio, un diario della gratitudine la sera, un rituale di camomilla o di tisane che diventi tempo di ascolto interiore. Sono gesti semplici, ma capaci di creare grandi trasformazioni.
Settembre come rinascita
Ogni fine porta con sé un inizio, e settembre ce lo ricorda con forza. È il mese delle scuole che riaprono, dei progetti che riprendono forma, delle idee che tornano a bussare alla porta della nostra mente. Possiamo viverlo come un ritorno forzato agli impegni, oppure come un’occasione per ricominciare con occhi nuovi.
La natura stessa ci mostra che nulla finisce davvero: l’estate lascia spazio all’autunno, che a sua volta prepara la primavera. Così anche per noi: i momenti di passaggio sono grembi in cui maturano i semi di ciò che sarà.
Accogliere settembre significa imparare a vedere la ciclicità della vita non come una perdita, ma come una danza continua di trasformazione. Invece di chiudere il cuore alla malinconia, possiamo aprirlo alla possibilità che ogni stagione porti doni inattesi.
Un invito a scegliere con consapevolezza
Il ritorno alla quotidianità non deve essere una resa, ma una scelta. Possiamo scegliere come vivere le nostre giornate: con frenesia o con presenza, con resistenza o con accoglienza. E proprio questo è il dono più grande di settembre: la possibilità di scegliere chi vogliamo essere nel nuovo ciclo che si apre.
Citazione d’autore
“Ogni nuova stagione della vita richiede un cuore capace di ricominciare.”
Hermann Hesse
Consiglio consapevole
Quando senti il peso del ritorno alla routine, non cercare di cancellare la malinconia. Accoglila come parte del tuo cammino, e trasformala in un rituale quotidiano di presenza: cinque minuti di respiro consapevole, un gesto di gratitudine, una scelta di lentezza. È in questi piccoli semi che nasce la vera rinascita interiore.
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