Quando una voce libera se ne va
- Redazione UAM.TV

- 3 ore fa
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La memoria come forma di presenza che attraversa il tempo

L’assenza che cambia forma
Ci sono persone che, quando lasciano il corpo, non lasciano davvero il mondo. Non perché restino nei monumenti o nelle cronache ufficiali, ma perché continuano a muoversi in uno spazio più sottile, fatto di idee, domande, gesti seminati nel tempo. La loro assenza non è un vuoto improvviso, ma una trasformazione. Cambia la forma, non la sostanza.
In questi giorni il pensiero va ad Antonio Giacchetti, studioso e divulgatore delle culture e dei popoli nativi, amico e fratello di visione per Thomas e per tutta la comunità di UAM.TV. La sua scomparsa invita a fermarsi, non tanto per commemorare, quanto per ascoltare ciò che resta.
La morte come passaggio nelle culture tradizionali
Nelle culture tradizionali che Antonio ha studiato e raccontato per tutta la vita, la morte non è mai stata intesa come una fine assoluta. È un passaggio, una soglia, un cambio di stato. Chi se ne va continua ad abitare la comunità sotto altre forme, nei sogni, nei racconti, nei rituali, nella memoria condivisa. Non come nostalgia, ma come presenza viva.
Anche nel nostro tempo, che fatica a parlare di morte senza rimuoverla o spettacolarizzarla, esistono figure capaci di restituirle dignità. Persone che non insegnano risposte, ma un modo diverso di stare nelle domande. Antonio Giacchetti era una di queste. La sua voce non cercava consenso, ma profondità. Non spiegava il mondo, lo metteva in relazione.
L’eredità invisibile delle voci libere
Ciò che resta di una voce libera non è mai un dogma. È un invito. Un’eredità invisibile che non si può possedere, ma solo raccogliere e portare avanti a modo proprio. Sta nelle conversazioni che ha acceso, nei semi piantati in chi ha ascoltato, nelle crepe aperte dentro visioni troppo rigide.
In questo senso, la memoria non è un archivio del passato, ma una responsabilità presente. Ricordare non significa trattenere, ma permettere a ciò che è stato di continuare a trasformarsi. Ogni volta che un pensiero libero viene ripreso, rielaborato, messo in dialogo con il mondo di oggi, quella voce torna a parlare.
Fedeltà allo spirito, non alla forma
C’è un rischio sottile nel ricordare. Quello di cristallizzare le persone in un’immagine definitiva, rassicurante, immobile. Ma le voci davvero libere non sopportano le teche. Chiedono movimento, spirito critico, disobbedienza gentile. Restare fedeli a chi non c’è più significa non imitarlo, ma continuare a cercare, a dubitare, a guardare oltre le narrazioni dominanti.
Forse è questo il modo più autentico di salutare chi ha lasciato il corpo. Non con il silenzio vuoto, ma con un’attenzione rinnovata al mondo. Non con la malinconia, ma con la cura. Non con le certezze, ma con il coraggio di restare umani, anche quando è più difficile.
Restare ancora un po’ accanto
In questo tempo di passaggio esiste anche un modo concreto per rimanere ancora un po’ accanto ad Antonio, per continuare ad ascoltarne la voce e lo sguardo. Su UAM.TV è disponibile la serie Viaggio in Messico, realizzata insieme a lui. Un percorso che attraversa luoghi, simboli e culture antiche senza mai ridurle a folklore o curiosità esotica.
Guardare questa serie oggi non è soltanto un invito alla scoperta. È un modo per sostare, per condividere ancora uno sguardo sul mondo, per lasciarsi accompagnare da una visione che parla di radici, di sacralità della Terra, di altri modi possibili di abitare il tempo e lo spazio. È un viaggio che continua, e che permette di sentire la sua presenza ancora viva.
Un saluto che resta

Antonio ha lasciato il corpo il 14 dicembre scorso.Per noi non è stato soltanto un divulgatore straordinario o un profondo conoscitore delle culture e dei popoli nativi. È stato un amico. Un fratello di visione. Una presenza che ha accompagnato il cammino di UAM.TV con discrezione, profondità e coerenza.
Con lui abbiamo condiviso domande, ascolto, ricerca. Il suo contributo non è mai stato quello di chi insegna dall’alto, ma di chi cammina accanto, ricordando che esistono altri modi di stare sulla Terra. Modi più lenti, più rispettosi, più consapevoli. Modi che non si impongono, ma si testimoniano.
Antonio aveva un dono raro: l’onestà. Nel pensiero, nelle parole, nella missione. Non ha mai cercato di possedere ciò che raccontava. Lo attraversava con rispetto, lasciando spazio al mistero e alla complessità.
Lo salutiamo con gratitudine e con un silenzio pieno nel cuore. Con la sensazione che il suo cammino continui altrove, in quella dimensione che ha sempre saputo evocare senza mai trasformarla in certezza.
Buon viaggio, Fratello.
Ti vogliamo bene.
Grazie per quello che sei stato per tutti noi.
Citazione d’autore
La morte non è l’opposto della vita, ma una sua parte.
Haruki Murakami
Consiglio consapevole
Concediti oggi un tempo di ascolto. Torna a una voce che ti ha aiutato a guardare il mondo in modo più ampio. Non per trattenerla nel ricordo, ma per permetterle di continuare a vivere nei tuoi gesti, nelle tue scelte, nel tuo modo di stare sulla Terra.







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