Gli angeli del fango e la città d’acqua: due memorie che si specchiano
- Redazione UAM.TV

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Firenze 1966, Venezia 1966 e 2019: la bellezza che resiste, la coscienza che rinasce.

Il giorno in cui l’Italia affondò due volte
Il 4 novembre 1966 l’Italia si svegliò in un incubo.
Il fiume Arno ruppe gli argini e travolse Firenze, seppellendo sotto metri di fango e petrolio chiese, musei, biblioteche, archivi, botteghe. Le immagini di quella mattina fecero il giro del mondo: la Venere del Botticelli corrosa, i crocifissi anneriti, i libri della Biblioteca Nazionale ridotti a massa informe di carta bagnata.
Eppure, da quella devastazione nacque qualcosa di inaspettato. Migliaia di giovani accorsero da ogni parte del mondo per spalare, asciugare, restaurare. Li chiamarono “gli angeli del fango”.
In quei giorni di caos e disperazione, la cultura tornò ad avere un volto umano: non più solo opere da ammirare, ma testimonianze da proteggere.
L’Italia, ferita, ritrovò se stessa nel gesto collettivo di salvare la memoria.
Venezia, la città d’acqua
Pochi ricordano che, nello stesso giorno, anche Venezia fu sommersa dall’acqua.
Il 4 novembre 1966 la città lagunare visse una delle più gravi maree della sua storia: 194 centimetri sopra il livello medio del mare.
L’acqua invase calli e campi, sommerse piazza San Marco e le botteghe, penetrò nelle case e nelle chiese, portando via ricordi, mobili, fotografie.
La Serenissima, che da secoli galleggia sul confine tra mare e cielo, si ritrovò per un attimo ad affondare nel suo stesso elemento vitale.
Quel giorno, Firenze e Venezia condivisero la stessa ferita e la stessa lezione: l’arte e la bellezza non sono invincibili. Sono vive, e come ogni essere vivente, possono soffrire.
Ma anche rinascere.
L’acqua che distrugge e rinnova
L’acqua, come la vita, non conosce confini morali.
Porta via e restituisce, cancella e purifica.
Nel fango del 1966 molti videro un castigo, ma a distanza di decenni possiamo leggere in quell’evento un messaggio più profondo: la necessità di rinascere, di rivedere il rapporto tra l’uomo e la natura.
Ogni alluvione è una lettera che il pianeta ci scrive con l’inchiostro del dolore.
Ci ricorda che la Terra non è una proprietà, ma un organismo vivente, che respira, si ribella e infine perdona.
Venezia 2019: la marea che fece tremare il tempo
Cinquantatré anni dopo, nel novembre del 2019, l’acqua tornò a bussare con forza alla porta di Venezia.
Fu una marea eccezionale di 187 centimetri, la seconda più alta di sempre dopo quella del 1966.
Ancora una volta, calli, chiese e campi si trasformarono in lagune effimere. Ma anche questa volta, la città resistette.
Non solo grazie ai sistemi di difesa, ma per la tenacia dei suoi abitanti, per la coscienza collettiva che ogni veneziano custodisce: quella di vivere dentro un equilibrio fragile, fatto di acqua, vento e silenzio.
Il documentario “La città delle sirene”, disponibile su UAM.TV, racconta proprio questa doppia anima veneziana: città che affonda e rinasce, che sopporta l’assalto del turismo e dell’acqua, eppure conserva un’anima segreta, una voce che invita al rispetto, alla lentezza, alla cura.
Guardarlo oggi significa ritrovare nelle immagini della laguna lo stesso spirito che animò gli “angeli del fango”: la convinzione che la bellezza non sia un lusso, ma una responsabilità condivisa.
Il fango come specchio dell’anima
L’acqua non si limita a sommergere i luoghi: penetra dentro di noi, ci costringe a vedere ciò che avevamo sepolto.
Ogni crisi collettiva è anche una crisi personale.
Le alluvioni di Firenze e Venezia ci ricordano che non esiste rinascita senza perdita, né luce senza ombra.
Quando tutto sembra crollare, la vera domanda non è “come ricostruire”, ma “cosa salvare”.
E forse, ciò che resta dopo l’acqua è proprio ciò che conta davvero.
Dopo la piena, la coscienza
Oggi l’Italia continua a vivere tra periodiche inondazioni e siccità.
È un equilibrio fragile, come il filo che unisce memoria e futuro.
Ma se ascoltiamo il respiro del pianeta – come ci invita a fare il cinema consapevole – possiamo trasformare ogni catastrofe in un insegnamento.
Il fango, dopotutto, è la materia da cui nascono i semi.
Citazione d’autore
“L’acqua è la forza motrice di tutta la natura.”
Leonardo da Vinci
Consiglio consapevole
Guarda La città delle sirene su UAM.TV.
Lasciati portare dalla voce dell’acqua, che non distrugge soltanto, ma insegna.
Ogni marea, ogni alluvione, ogni piena è un richiamo a prenderci cura del mondo che ci sostiene, prima che la sua pazienza – come la sua marea – si esaurisca.







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