Camminare scalzi: un piccolo gesto che riconnette alla vita
- Redazione UAM.TV

- 3 ago
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Ritrovare il contatto perduto con la Terra

Viviamo sospesi. Letteralmente. Le nostre suole ci separano dalla terra. Il cemento ci tiene lontani dal muschio, dalla sabbia, dalla rugiada del mattino. Viviamo con i piedi chiusi in involucri artificiali, mentre l’anima — spesso — annaspa in cerca di un appiglio reale, di qualcosa di autentico.
Eppure c'è stato un tempo in cui camminare scalzi era la norma. Un tempo in cui il piede nudo era il primo strumento di conoscenza del mondo: toccava, esplorava, avvertiva ogni variazione del suolo, ogni granello, ogni vibrazione. Era un sentire profondo, istintivo, sacro.
Poi sono arrivate le scarpe. E con loro, una nuova distanza. Non solo fisica, ma anche spirituale. Abbiamo smesso di sentire. Di radicarci. Di accorgerci che sotto di noi c’era un pianeta vivo.
Oggi, quell’antico gesto — semplice e rivoluzionario — torna a chiederci attenzione: togliersi le scarpe. Ritrovare il contatto diretto con il suolo. Farlo non per moda, ma per necessità interiore. Per memoria. Per cura.
Il corpo lo sa: benefici nascosti del camminare a piedi nudi
Chiunque abbia camminato almeno una volta su un prato umido d’estate, sa di cosa si parla. C’è una gioia inspiegabile. Una sensazione di libertà che parte dai talloni e risale, fino al cuore.
Ma non è solo una percezione poetica: camminare scalzi ha effetti reali, misurabili. A partire dalla postura. Quando togliamo le scarpe, il corpo si riorganizza. Le ginocchia si piegano di più, il bacino si allinea, la colonna vertebrale ritrova il suo asse naturale. I muscoli del piede, spesso atrofizzati da anni di scarpe troppo rigide, si risvegliano. Ogni passo diventa un piccolo esercizio di equilibrio, presenza e forza.
E poi c’è il contatto elettrico. Il nostro corpo accumula elettricità statica, soprattutto nei contesti urbani, iper-digitalizzati. Il suolo, invece, è un enorme contenitore di elettroni liberi. Il contatto diretto permette uno scambio, una “scarica” benefica che ha effetti antinfiammatori, riequilibranti, persino sul ritmo cardiaco e sul sonno. Questa pratica è conosciuta anche come earthing o grounding.
Uno studio pubblicato sul Journal of Environmental and Public Health ha mostrato come il semplice atto di camminare scalzi per almeno 30 minuti al giorno possa ridurre significativamente lo stress, l’ansia e i dolori cronici. Ma la scienza, per una volta, arriva tardi. I nostri nonni lo sapevano già. Lo sapevano i bambini, che istintivamente si tolgono le scarpe per sentirsi più liberi. Lo sapevano gli animali, che mai metterebbero qualcosa tra loro e la terra.
Spiritualità e pelle: quando i piedi ci riportano all’essenziale
Camminare scalzi è anche un atto spirituale. Forse il più antico. Il più puro. Nelle tradizioni sapienziali, togliersi le scarpe ha sempre significato qualcosa: rispetto, umiltà, connessione.
Nel Buddhismo, i monaci percorrono chilometri a piedi nudi per purificare lo spirito. In India, prima di entrare in un tempio, ci si libera dalle calzature per non portare polvere nel sacro. Nelle Scritture, Mosè si toglie i sandali davanti al roveto ardente, perché il luogo che calpesta è “terra santa”.
Ma tutta la Terra è sacra, se impariamo a guardarla con occhi diversi.
Camminare a piedi nudi è, in fondo, un esercizio di verità. Non puoi correre, non puoi distrarti. Ogni passo diventa un atto di attenzione, di presenza. Senti se il terreno punge, se è caldo o fresco, se accoglie o resiste. Ti mette in contatto con l’impermanenza, con la realtà del momento. E con te stesso.
I piedi sono una soglia. Una porta tra il corpo e il mondo. Tra ciò che siamo dentro e ciò che incontriamo fuori. E spesso, per ritrovare la strada, non serve guardare avanti. Serve guardare in basso. Serve tornare lì, dove tutto comincia: al primo passo.
Un piccolo invito consapevole
Prova. Fallo senza aspettative. Non serve essere in un bosco incantato. Va bene un giardino, un terrazzo, un pezzo di prato cittadino. Scegli un momento del giorno in cui puoi essere solo. In silenzio.
Togliti le scarpe. Chiudi gli occhi, se vuoi. E appoggia i piedi nudi sulla terra.
Resta. Respira. Senti.
Lascia che il tuo corpo si riconnetta. Che il suolo ti accolga. Che la mente rallenti. Anche solo per qualche minuto.
Non è un esercizio. Non è una tecnica. È un ritorno.
Perché camminare scalzi non è solo camminare. È ricordarsi che siamo vivi.
Citazione d'autore
“Ogni passo fatto con consapevolezza è un bacio alla Terra.”
Thich Nhat Hanh
Consiglio consapevole
Ritagliati cinque minuti al giorno per camminare scalzo. Anche in casa, anche solo per pochi passi. Fallo con lentezza, ascoltando il contatto tra la pelle e il suolo. È un modo per dire grazie al corpo, alla Terra, alla vita. E per ricordarti che, prima di tutto, sei parte di qualcosa di più grande.






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