Versi stonati, cuori in armonia. Il bello di non essere perfetti
- Redazione UAM.TV

- 18 ago
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Come il Bad Poetry Day ci ricorda che l’imperfezione è la miglior partenza

Il 18 agosto il calendario ci propone una combinazione curiosa: è il Bad Poetry Day, la Giornata della poesia brutta, e quest’anno cade proprio di lunedì. Non accade sempre, ma quando succede sembra un segnale dell’universo. È come se il tempo avesse deciso di unire due energie opposte: da un lato la leggerezza ironica di un giorno in cui celebrare l’imperfezione, dall’altro il peso simbolico del primo giorno della settimana, quello che spesso ci costringe a rimettere in moto la vita dopo la pausa del weekend.
Può sembrare una coincidenza da poco, e invece racchiude un messaggio potente: se affrontassimo i nostri lunedì con lo spirito del Bad Poetry Day, quante paure, rigidità e autocensure riusciremmo a sciogliere?
Quando la poesia smette di essere perfetta e comincia a essere vera
Il Bad Poetry Day non nasce per prendere in giro la poesia, ma per ridarle respiro. Per ricordarci che le parole non hanno bisogno di un certificato di qualità per poter esistere.
Viviamo in una società che misura il valore in termini di “like”, riconoscimenti e approvazioni. Questo accade anche con la creatività: quanti di noi hanno smesso di scrivere, dipingere o cantare solo perché “non lo sanno fare bene”?
La poesia brutta è un atto di libertà. È la mano che scrive senza badare all’ortografia, al ritmo o alla metrica, concentrandosi soltanto sul bisogno di dire. È l’errore che non chiede scusa, il verso che si rompe a metà ma riesce comunque a toccare un’emozione.
Forse è proprio qui la sua bellezza: nell’essere imperfetta, e per questo umana.
Lunedì: il giorno dei nuovi inizi (anche stonati)
Il lunedì è universalmente conosciuto come il giorno più difficile della settimana. Ci alziamo con la sensazione di dover scalare una montagna, spesso con la mente ancora rivolta al weekend appena passato.Ma quest’anno, il 18 agosto, il lunedì ci offre un’alleata inaspettata: la poesia brutta.
Invece di affrontarlo con la rigidità dei buoni propositi e la pressione dei “devo”, possiamo viverlo come un foglio bianco da riempire senza paura di sbagliare. Possiamo concederci la possibilità di iniziare la settimana male, eppure in modo autentico. Perché a volte è proprio il passo incerto a portarci in strade nuove.
Come trasformare l’imperfezione in carburante per la settimana
Ecco un piccolo rituale motivazionale che unisce lo spirito del Bad Poetry Day al coraggio dei nuovi inizi:
Prendi un foglio (o apri una nota sul telefono).
Scrivi di getto tre versi sul tuo lunedì: non devono avere senso, non devono suonare bene.
Leggili ad alta voce: sentirai che, pur nella loro goffaggine, raccontano qualcosa di te.
Sorridici sopra: ogni sorriso è un passo in più verso la leggerezza.
Un esempio?
"O caffè del lunedì, amaro come un compito in ritardo, ma caldo come la mano di chi non ho ancora salutato."
Non è Shakespeare, e non vuole esserlo. Ma ti ha fatto fermare un momento, riflettere e sorridere: missione compiuta.
Il potere nascosto del fallire con stile
Celebrando il Bad Poetry Day, celebriamo anche il diritto di sbagliare. Un diritto che la nostra cultura tende a dimenticare, perché ogni errore è visto come una macchia da cancellare. In realtà, gli errori sono tracce: dicono che abbiamo tentato, sperimentato, osato.
Quanti progetti, sogni o relazioni abbiamo evitato di iniziare per paura di non essere “abbastanza bravi”?
Il lunedì 18 agosto diventa allora un laboratorio esistenziale: possiamo iniziare la settimana non con l’ossessione di fare bene, ma con la libertà di fare.
La lezione nascosta
Il Bad Poetry Day non è un inno alla mediocrità: è un esercizio di autenticità. Ci ricorda che l’arte - e la vita - non devono essere perfette per essere significative. E che i lunedì, come i versi stonati, sono solo un’altra pagina da scrivere, con coraggio e leggerezza.
Citazione d’autore
“Per essere originali, basta essere se stessi; per essere perfetti, non basta una vita.”
Anonimo
Consiglio consapevole
Oggi prendi carta e penna e scrivi la poesia più imperfetta che riesci a immaginare. Non cancellare, non correggere. Poi rilegila ad alta voce. Sentirai che anche nei versi sbagliati c’è una verità che ti appartiene.






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