Uayeb: i cinque giorni sacri per purificare il cuore e prepararsi al nuovo tempo
- Rossana Fumarola
- 3 giorni fa
- Tempo di lettura: 3 min
Cinque giorni fuori dal tempo per lasciare andare il passato, purificare il cuore e sintonizzarsi con la rinascita del pianeta e dell’anima.

Ogni anno, tra il 21 e il 25 luglio, si apre una soglia silenziosa ma potente: è il periodo di Uayeb, i cinque giorni di transizione e purificazione che precedono l’inizio del nuovo anno secondo il Sincronario delle 13 Lune di 28 giorni, anche chiamato Sincronario della Pace. Un calendario che non misura il tempo come una corsa contro il fare, ma come un flusso in armonia con la natura, il cosmo e il sentire interiore.
Il tempo come arte, non come denaro
Il Sincronario delle 13 Lune nasce dall’antica saggezza maya e si propone come uno strumento per ricordare che il tempo può essere sacro, circolare, ritmato come una danza. Ogni luna dura 28 giorni, perfettamente in equilibrio con il ciclo femminile, lunare e naturale. In totale, 13 lune per un anno di 364 giorni… a cui si aggiunge il giorno fuori dal tempo: il 25 luglio, per il calendario gregoriano.
Nel tempo moderno, imprigionato dalla frenesia del calendario gregoriano, questi cinque giorni possono apparire invisibili. Eppure, rappresentano un'opportunità preziosa: fermarsi, purificare, chiudere un ciclo e prepararsi con consapevolezza al successivo.
Uayeb: un portale di trasformazione
Nella tradizione, Uayeb era un tempo considerato “neutro”, sospeso, e veniva vissuto come periodo rituale di pulizia, riflessione e guarigione. Non si prendevano decisioni importanti, non si avviavano nuovi progetti. Si lasciava andare. Si lasciava fluire.
Nel linguaggio contemporaneo, potremmo vederlo come un reset dell’anima, un tempo per fare spazio. Spazio interiore. Spazio simbolico. Spazio energetico.
Un invito alla purificazione
Cosa significa, oggi, purificarsi?
Non si tratta soltanto di un bagno di sale o di una dieta detox. Anche se il corpo può (e dovrebbe) essere coinvolto, la vera purificazione avviene a livello emozionale, mentale e spirituale. Potremmo approfittare di questi cinque giorni per:
liberare ciò che non serve più (pensieri, oggetti, relazioni tossiche)
perdonare e perdonarci
fare silenzio
camminare nella natura
riscrivere la nostra narrazione
chiedere a noi stessi: Cosa voglio portare nel nuovo anno? E cosa lascio qui?
Una meditazione collettiva per il pianeta
In questo momento storico così carico di tensioni e rotture, il periodo di Uayeb può anche diventare un'occasione per entrare in risonanza con l’intero pianeta.
Cosa accadrebbe se migliaia di persone, sparse nel mondo, si sintonizzassero insieme — nello stesso arco di tempo — per meditare sull’amore, la pace, la guarigione della Terra?
Non serve un rituale complicato. Bastano l’intenzione, la presenza, il cuore aperto. Ognuno può scegliere il proprio modo: pregare, danzare, stare in silenzio, cantare, scrivere, abbracciare un albero, ringraziare la vita. L'importante è farlo con coscienza, con gratitudine, con la visione di un mondo che può ancora rinascere.
La chiusura del ciclo, la nascita del tempo nuovo
Il 25 luglio, ultimo giorno di Uayeb, è chiamato “Giorno Fuori dal Tempo”. È il momento in cui si onora l’eterno presente, sospesi tra ciò che è stato e ciò che verrà. È una festa senza tempo, un inno alla libertà dell’essere.
Il giorno seguente, 26 luglio, comincia il nuovo anno secondo il Sincronario delle 13 Lune: un tempo nuovo, uno spazio di possibilità. Entrarci in maniera consapevole può fare una differenza profonda.
In conclusioneIl tempo può essere tiranno, oppure alleato. Uayeb ci ricorda che siamo noi a scegliere. Possiamo continuare a correre o possiamo prenderci cinque giorni per onorare il nostro viaggio, purificare ciò che è stato e rinascere al tempo come arte, come coscienza, come dono.
Buon Uayeb a tutti. Che siano giorni di luce, guarigione e verità.
Citazione d'autore
“Solo nel tempo fuori dal tempo possiamo ascoltare la voce della nostra anima.”
José Argüelles
Consiglio consapevole
Durante il periodo di Uayeb, spegni le notifiche, rallenta i ritmi, e dedica almeno dieci minuti al giorno a un gesto simbolico che ti faccia sentire in pace: scrivi una lettera a te stesso, accendi una candela, ringrazia per qualcosa che stai lasciando andare.Anche un piccolo rito può aprire grandi porte.
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