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18 Giugno – Giornata del Ritorno alla Coscienza Galattica

  • Immagine del redattore: Redazione UAM.TV
    Redazione UAM.TV
  • 3 giorni fa
  • Tempo di lettura: 5 min

Un invito a risvegliarci come esseri cosmici, nel tempo giusto

18 Giugno – Giornata del Ritorno alla Coscienza Galattica
18 Giugno – Giornata del Ritorno alla Coscienza Galattica

Un giorno fuori dal tempo (ma dentro l’anima)


Ci sono date che passano inosservate e altre che sembrano vibrare in modo diverso. Il 18 giugno è una di queste. Non compare nei calendari ufficiali, né viene ricordata nei notiziari, ma per chi cammina sul sentiero della consapevolezza rappresenta una soglia simbolica, un invito a uscire dal tempo lineare per ritrovare la connessione con l’universo.

In alcune tradizioni spirituali e correnti cosmiche, questa giornata è considerata il “Ritorno alla Coscienza Galattica”, un momento per riaccendere in noi il ricordo di ciò che siamo: non solo carne, pensiero, storia, ma anche luce, energia, stella.


Cosa significa “coscienza galattica”


Non si tratta di un concetto scientifico in senso stretto, né di una teoria esoterica rigida. La coscienza galattica è una visione espansa dell’essere. È la capacità di percepirsi come parte di un disegno più grande, dove le emozioni, i pensieri e le esperienze non sono che onde che si muovono in un campo cosmico. In questa prospettiva, tutto è interconnesso: il corpo e l’anima, la natura e la mente, la Terra e le stelle.

Chi entra in contatto con questa visione non si sente più separato, né più isolato. L’io si dissolve nel noi, il qui diventa ovunque, il presente si dilata. È uno stato in cui l’identità personale smette di difendersi, e comincia a risuonare.


La visione di José Argüelles e il tempo come arte


Questa giornata trova una delle sue ispirazioni principali nel lavoro visionario di José Argüelles. Nato nel 1939, artista, storico dell’arte e studioso delle civiltà antiche, Argüelles divenne noto a livello internazionale nel 1987 grazie alla “Harmonic Convergence”, un evento di meditazione collettiva planetaria che segnò l’inizio di una nuova sensibilità spirituale.

Secondo Argüelles, il calendario gregoriano ha spezzato il legame dell’umanità con i cicli naturali. L’uomo, sottomesso a un tempo meccanico e lineare, ha perso il senso del sacro e dell’armonia. Per questo motivo elaborò il Sincronario Galattico, basato sul calendario delle 13 lune, un sistema ciclico e armonico capace di riportare l’individuo in connessione con il flusso naturale dell’universo.

In questo contesto, il 18 giugno è considerato una data “ponte”, una soglia energetica che permette di sintonizzarsi su frequenze più alte, aprendo lo spazio interiore alla ricezione di sogni, intuizioni e visioni.


L’Harmonic Convergence: quando il mondo si fermò per meditare


Il 16 e 17 agosto del 1987 accadde qualcosa di straordinario. Senza internet, senza social, senza alcun supporto mediatico tradizionale, migliaia di persone in tutto il mondo si diedero appuntamento per meditare, cantare, suonare, danzare e invocare la pace planetaria. Fu il primo esperimento globale di meditazione collettiva coordinata: l’Harmonic Convergence, concepito da José Argüelles, divenne un evento spartiacque nella storia della spiritualità contemporanea.

L’idea era semplice ma potente: sincronizzare le energie umane in corrispondenza di un raro allineamento planetario, in un momento astrologico considerato propizio per l’evoluzione della coscienza. Argüelles sosteneva che quell’evento avrebbe potuto attivare un nuovo ciclo vibratorio per l’umanità, aprendo un portale energetico verso il risveglio planetario.

La risonanza fu immensa. Dalle piramidi del Messico alle vette del Tibet, dalle spiagge della California alle foreste australiane, l’umanità si prese una pausa dal rumore per ascoltare il battito della Terra. Chi c’era racconta ancora oggi di aver percepito un senso di comunione profonda, una fusione tra tempo, spirito e natura.

Per molti, fu il giorno in cui il concetto di “coscienza galattica” cessò di essere una fantasia per diventare un’esperienza concreta. Quel gesto collettivo di apertura e connessione lasciò un’impronta indelebile, dando vita a nuove pratiche, movimenti olistici e comunità spirituali in tutto il mondo.

L’Harmonic Convergence dimostrò che l’unione silenziosa di cuori può cambiare il campo energetico del pianeta. E, forse, anche il corso della storia.


Radici cosmiche


La coscienza galattica non è un’invenzione recente. Le culture ancestrali guardavano al cielo con occhi consapevoli. I templi egizi erano allineati con le stelle di Orione, i popoli andini celebravano le costellazioni come esseri viventi, le antiche civiltà vediche parlavano di cicli cosmici di migliaia di anni.

Persino nella scienza moderna, certi spiragli si aprono. Carl Jung parlava di sincronicità come linguaggio dell’inconscio collettivo. Nikola Tesla riteneva che i numeri 3, 6 e 9 contenessero le chiavi dell’universo. Albert Einstein sfidava il tempo assoluto, rivelando una realtà flessibile e relativa. E anche nella filosofia, pensatori come Ken Wilber hanno proposto modelli integrali dell’essere umano in cui coscienza, materia e spirito non sono separati.

Tutto questo ci suggerisce che la “coscienza galattica” non è un’idea fuori dal mondo, ma forse è l’idea più profondamente radicata nel nostro desiderio di unità.


Un giorno per fermarsi, respirare e sentire


Celebrare il 18 giugno non significa organizzare un evento spettacolare, ma semplicemente riconoscere la possibilità di un altro ritmo, di un altro sguardo. Si può meditare all’alba o al tramonto, camminare nella natura senza meta, scrivere un sogno, o semplicemente restare in silenzio sotto il cielo.

L’essenziale è lasciar andare le urgenze e sentire che, per un attimo, si può vivere non secondo l’orologio, ma secondo il battito del cuore cosmico.


Una lezione di umiltà cosmica


Guardare le stelle ci ridimensiona. Ci mostra quanto siamo piccoli, fragili, effimeri. Eppure, nel nostro quotidiano, spesso ci comportiamo come dèi in miniatura. Tra esseri umani, ci sentiamo potenti. Gli stati competono, le religioni si confrontano, le etnie si dividono. Ci convinciamo che il nostro punto di vista sia l’unico, che la nostra verità sia assoluta, che il nostro diritto sia superiore.

Ma l’universo non riconosce confini. Non esistono nazioni nell’infinito. Nessuna religione possiede l’orbita di una stella. Nessun esercito può fermare la luce di una supernova. Eppure, sulla Terra, continuiamo a combattere per il territorio, a dividere i popoli in giusti e sbagliati, a erigere muri e barriere nel nome di una superiorità che esiste solo nelle menti impaurite.

Il 18 giugno può essere allora un momento di riconciliazione. Un giorno per ammettere che siamo poca cosa, ma anche parte di tutto. E forse è proprio nella fragilità che si trova la forza più autentica.


Da vedere su UAM.TV


Per chi desidera approfondire questi temi, UAM.TV offre una selezione ricca e stimolante di contenuti dedicati alla natura vibratoria della realtà, alla connessione tra corpo, mente e universo, e alla riscoperta del tempo come flusso armonico e creativo. Alcuni documentari esplorano le teorie più recenti sulla coscienza collettiva, altri invitano a riflettere sul potere della meditazione, sull’intuizione come strumento di comprensione cosmica, e sull’energia che ci lega a tutto ciò che vive. Guardarli può essere un modo per continuare il viaggio iniziato il 18 giugno, lasciandosi ispirare da nuove visioni, parole e frequenze.


Citazione d’autore


“La storia dell'uomo è la storia del suo risveglio dal sonno dell'ignoranza.”

Swami Vivekananda

Consiglio consapevole


Concediti questa sera un momento sotto il cielo, senza aspettative e senza parole. Non cercare di capire. Ascolta. Respira. Forse non troverai una risposta, ma sentirai che sei parte della domanda più antica del mondo.


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