La doppia faccia del genio
- Redazione UAM.TV

- 21 ago
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Leonardo tra l’ingegno piegato alla distruzione e il sorriso che resiste al tempo

Un giorno sospeso tra arte e destino
Il 21 agosto sembra custodire due storie lontane eppure profondamente intrecciate. Nel 1502 Leonardo da Vinci veniva nominato ingegnere militare da Cesare Borgia, incarico che lo mise di fronte a una delle più grandi contraddizioni della sua vita: usare il suo talento sconfinato, capace di osservare la natura e tradurla in armonia, al servizio della guerra. Quattro secoli più tardi, nello stesso giorno, la sua opera più celebre, la Gioconda, veniva trafugata dal Louvre, gettando il mondo nell’incredulità e nel silenzio.
Due eventi che, a ben guardare, parlano della stessa tensione: la bellezza che non si lascia catturare e l’ingegno che, se piegato al potere, rischia di diventare strumento di distruzione. Leonardo sapeva che la vera eredità non è mai possesso, ma custodia. Forse per questo dipinse un sorriso che ancora oggi nessuno riesce a decifrare.
Il lato oscuro dell’ingegno
Leonardo fu uomo di pace, osservatore del volo degli uccelli, studioso dei fiumi e delle montagne, pittore di visi che sembrano sospesi tra terra e cielo. Eppure, nel corso della sua vita, si trovò a progettare macchine da guerra: catapulte, bombarde, carri armati ante litteram, perfino sistemi per deviare il corso dei fiumi a scopo militare.
Non sappiamo se questi progetti fossero davvero destinati all’uso o se fossero, più che altro, esercizi di immaginazione. Ma resta un fatto: il genio umano, quando piegato alla logica del potere, rischia di trasformarsi in strumento di devastazione.
È un paradosso che ci riguarda ancora oggi. Le stesse scoperte che possono curare malattie vengono usate per costruire armi chimiche. Le stesse tecnologie che permettono di esplorare l’universo vengono piegate a strategie di controllo e sorveglianza. È come se l’ingegno dell’uomo avesse due volti: uno che cerca la vita, l’altro che cede alla tentazione di dominarla.
Leonardo, forse, intuì questo conflitto. Nei suoi taccuini troviamo invenzioni belliche annotate con meno entusiasmo rispetto agli studi sulla natura, come se la sua vera passione fosse altrove. Eppure accettò di prestare il suo ingegno a Cesare Borgia, consapevole che il genio non basta: è sempre la direzione che diamo al nostro talento a fare la differenza.
Quando la bellezza sparisce
Quattro secoli dopo, nel 1911, la Gioconda scomparve dal Louvre. Per due anni rimase lontana dagli occhi del mondo. Un’assenza che paradossalmente la rese ancora più viva: si parlava di lei, la si immaginava, la si rimpiangeva. Era come se quell’opera, sottratta materialmente, avesse iniziato a vivere in un’altra dimensione, dentro l’immaginazione collettiva.
Ecco la forza della vera arte: non può essere imprigionata, perché abita nella coscienza di chi l’ha incontrata. È come la luce del sole durante un’eclissi: può nascondersi, ma non smettere mai di esistere.
Intervista immaginaria a Leonardo da Vinci
Lo abbiamo immaginato oggi, seduto davanti a noi, con lo sguardo acuto e curioso che attraversa i secoli.
Maestro Leonardo, cosa direbbe di un mondo che usa la tecnologia in maniera esasperata ma spesso dimentica la natura?
“La natura è la vera maestra di ogni invenzione. Chi si allontana da essa si perde. La tecnologia non è male in sé, ma diventa cieca se non custodisce l’armonia del creato. L’acqua, l’aria, la terra: sono queste le invenzioni più perfette.”
Che cosa pensa del furto della Gioconda e del concetto di possedere l’arte?
“Nessuno può possedere la bellezza, come nessuno può trattenere un raggio di sole con la mano. L’arte non è cosa che si rinchiude in un museo: vive negli occhi che la guardano e nelle menti che ne sono mutate.”
Se potesse parlare ai giovani di oggi, quale consiglio darebbe?
“Non vi accontentate di guardare senza vedere. Osservate il volo degli uccelli, la geometria delle foglie, l’armonia del corpo umano. Lì si cela la sapienza più alta. Lì troverete ciò che nessun libro e nessun maestro potrà mai insegnarvi.”
Cosa direbbe al nostro tempo, segnato dal cambiamento climatico e dall’incertezza?
“Ogni disarmonia porta dolore. Ma l’uomo ha in sé la capacità di ricreare l’equilibrio. Non servono nuove armi, servono occhi nuovi. Guardate come la luce ritorna dopo l’eclissi: imparate che ogni oscurità è solo un passaggio verso altra chiarezza.”
Una lezione che non tramonta
Il 21 agosto, con i suoi intrecci tra storia e arte, ci ricorda che la bellezza non si lascia imprigionare. Scompare e ritorna, come la luce del sole. E soprattutto ci ricorda che il genio non è mai solo un atto di intelligenza, ma una forma di responsabilità verso la vita.
Leonardo oggi ci inviterebbe a essere osservatori attenti, custodi di armonia, creatori di ponti tra scienza e spirito. Ci ricorderebbe che la vera eredità non sono le macchine da guerra, ma i sorrisi indecifrabili che continuano a interrogarci nei secoli.
Citazione d’autore
“Chi più sa, più dubita.”
Leonardo da Vinci
Consiglio consapevole
Quando vi trovate davanti a un’opera d’arte, non fermatevi alla superficie. Sedetevi in silenzio, osservate, lasciate che vi abiti. Scoprirete che la bellezza non è lì davanti a voi, ma dentro di voi, pronta a trasformarvi.






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