Gratitudine che illumina i maestri del nostro cammino
- Redazione UAM.TV

- 5 ott
- Tempo di lettura: 3 min
Rallentare, ascoltare, ricordare chi ci ha donato luce

Il respiro della domenica
La domenica è il giorno in cui il mondo si concede di respirare.Le lancette rallentano, la luce filtra più morbida, e perfino il rumore delle città sembra attenuarsi.
È il tempo del ritorno, del riposo che non è fuga ma riconciliazione con ciò che siamo.In questo spazio di silenzio si fanno più udibili le voci di chi, lungo il cammino, ci ha insegnato qualcosa: maestri di scuola e maestri di vita, volti che hanno lasciato in noi impronte invisibili.
Sono loro a ricordarci che ogni crescita nasce da un incontro, da una parola, da un gesto donato con fiducia.
Maestri visibili e maestri segreti
Ci sono insegnanti che portano libri e lavagne, e altri che insegnano solo con la loro presenza.
Una madre che ascolta, un amico che incoraggia, un anziano che racconta.
Spesso non si chiamano “maestri”, ma lo sono: perché accendono una luce che continua a brillare anche quando si allontanano.
Riconoscerli significa riconoscere la nostra interdipendenza, il legame che unisce ogni essere umano in una rete di scambi e di trasmissioni silenziose.E in questa domenica di ottobre, in cui si celebra anche la Giornata mondiale degli insegnanti, possiamo fermarci un momento a dire grazie.Non con parole solenni, ma con la consapevolezza di quanto l’apprendimento sia una forma di amore che attraversa le generazioni.
Il tempo come maestro
Viviamo in un’epoca che corre, misura, consuma. Ma la saggezza non si trova nel correre, bensì nel restare.Il tempo è il primo grande maestro, e spesso il più dimenticato.Ci insegna a lasciare, a rinnovarci, a comprendere che ogni inizio ha bisogno di fine per poter fiorire.
Chi sa fermarsi nel tempo presente scopre che la vita stessa è una scuola: ogni errore una lezione, ogni attesa un capitolo, ogni incontro un invito ad andare più a fondo.
La domenica, allora, non è solo una pausa, ma una pratica spirituale: il giorno in cui impariamo di nuovo a imparare.
L’arte di imparare a imparare
Apprendere non è accumulare informazioni, ma liberarsi da ciò che impedisce di vedere.
È un atto di presenza e di umiltà: ascoltare con tutto il corpo, lasciarsi trasformare, accettare di non sapere.
Ogni cosa, se osservata con attenzione, diventa maestra — un fiore che resiste al vento, un animale che segue il proprio ritmo, un bambino che ride senza motivo.
Così la conoscenza si trasforma in esperienza, e l’esperienza diventa sapienza.È in questo scambio continuo tra insegnare e imparare che si rivela la trama segreta della vita.
La gratitudine come forma di consapevolezza
La gratitudine è una forma di lucidità.
Non nasce dall’obbligo, ma dalla visione: quella che ci permette di riconoscere la bellezza nelle cose semplici, il dono negli imprevisti, il valore nei limiti.
Dire grazie non è chiudere un cerchio, ma aprirlo di nuovo — perché ogni gratitudine genera un nuovo gesto, un nuovo incontro, una nuova possibilità.
Quando siamo grati, impariamo a vedere il mondo non come un possesso, ma come una relazione viva.In questa luce, anche la conoscenza diventa reciproca: non c’è più chi insegna e chi apprende, ma un fluire di esperienze che si scambiano e si trasformano.
Una gratitudine che si fa gesto
La gratitudine non è un pensiero, ma un atto.
Può essere un messaggio inviato a chi ci ha incoraggiato, un abbraccio dato senza parole, una promessa mantenuta.Può essere anche una nuova forma di insegnamento: educare con l’esempio, con la coerenza, con il rispetto.
Ogni volta che restituiamo un po’ di ciò che abbiamo ricevuto, diventiamo parte della catena silenziosa che tiene in vita la speranza.
Così il cerchio si chiude e si riapre: impariamo, ringraziamo, insegniamo di nuovo.
Conclusione
In questa domenica di ottobre, lasciamo che la lentezza ci accompagni.Non c’è bisogno di fare, solo di essere: di riconoscere chi ci ha fatto crescere, chi ci ha dato fiducia, chi ha illuminato un tratto oscuro del cammino.
La Giornata mondiale degli insegnanti ci ricorda che l’educazione è un atto d’amore, e che tutti, nel nostro piccolo, possiamo essere maestri di luce.
Citazione d’autore
“L’educazione è l’arma più potente che si possa usare per cambiare il mondo.”
Nelson Mandela
Consiglio consapevole
Dedica oggi qualche minuto a scrivere un messaggio a una persona che ti ha insegnato qualcosa di importante.
Non cercare parole perfette: lascia che la sincerità parli per te.






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