top of page
banner uam.jpg

Punto e Virgola – Il nuovo film di Thomas Torelli che ascolta il silenzio degli adolescenti

  • Immagine del redattore: Redazione UAM.TV
    Redazione UAM.TV
  • 29 mag
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 4 lug


ree

Un titolo che cura


Punto&Virgola – Un'altra storia non è soltanto un film: è un gesto di attenzione, un atto di ascolto, un invito a fermarsi e ricominciare. Il titolo – così semplice, così potente – evoca un'interruzione che non è fine, ma ripartenza. È la punteggiatura che salva, che rallenta la corsa e permette di respirare.

Thomas Torelli, già autore di documentari di grande impatto come Choose Love e Un altro mondo, torna con un progetto intimo e necessario: dare voce al disagio profondo vissuto da migliaia di adolescenti. La scintilla nasce in casa, da un video su TikTok mostrato dalla figlia. Un breve filmato, apparentemente innocuo, in cui una ragazza racconta – con parole semplici e disarmanti – il suo dolore. Da lì, la decisione di mettersi in cammino.


Un viaggio tra le fragilità di una generazione


Il film esplora il mondo interiore degli adolescenti di oggi, spesso invisibile agli occhi degli adulti. L’autolesionismo, la depressione, l’ansia, i disturbi alimentari non sono più eccezioni, ma segnali diffusi di una sofferenza collettiva che chiede di essere vista. E soprattutto, compresa.

Punto&Virgola raccoglie testimonianze autentiche e profonde. Ma non si limita a registrare. Cerca ponti. Costruisce un linguaggio che metta in contatto due mondi apparentemente distanti: quello dei ragazzi e quello dei genitori, degli insegnanti, degli adulti. Lo fa con delicatezza, senza giudizio, lasciando spazio al silenzio e al respiro.


Tecnologia e disagio: un legame da comprendere


Negli ultimi dieci anni, la vita degli adolescenti è stata trasformata radicalmente dalla tecnologia. Se da un lato i social network, gli smartphone e le piattaforme di intrattenimento offrono possibilità mai viste prima, dall’altro stanno emergendo – in modo sempre più evidente – segnali di un disagio profondo e diffuso.

Uno dei testi più influenti su questo tema è The Coddling of the American Mind di Greg Lukianoff e Jonathan Haidt. Gli autori analizzano l’aumento esponenziale di disturbi legati all’ansia, alla depressione e all’iper-sensibilità tra i giovani americani, mettendolo in diretta relazione con l’avvento massivo degli smartphone e l’utilizzo compulsivo dei social media a partire dal 2012. Secondo Haidt e Lukianoff, l’eccessiva protezione da parte degli adulti, unita all’iperconnessione, ha generato una generazione meno resiliente, più fragile, e meno capace di gestire il conflitto, la frustrazione e l’incertezza.

Uno studio pubblicato sul Journal of Abnormal Psychology ha confermato questa tendenza: tra il 2009 e il 2017, i tassi di depressione clinica tra gli adolescenti americani sono aumentati di oltre il 60%. Anche i tentativi di suicidio tra le ragazze di età compresa tra i 10 e i 14 anni sono cresciuti in modo allarmante. Il denominatore comune? Un’intensificazione dell’uso quotidiano di smartphone, spesso accompagnata da isolamento, confronti continui, dipendenza da approvazione e perdita del contatto con la realtà fisica.

In Italia, l’Osservatorio Adolescenza ha rilevato che il 70% dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni passa più di quattro ore al giorno sui social. E più della metà dichiara di sentirsi “ansioso” se resta scollegato per più di due ore. Non si tratta solo di una nuova abitudine, ma di un vero e proprio mutamento antropologico, che richiede attenzione e strumenti educativi profondi.

Il legame tra tecnologia e disagio non è un’accusa alla modernità, ma un invito alla consapevolezza. I giovani oggi non sono “deboli”, ma immersi in un ecosistema comunicativo sovrastimolante, ipercritico e spesso tossico. In questo contesto, fenomeni come l’autolesionismo, l’ansia sociale e i disturbi alimentari non sono più marginali, ma diventano il linguaggio attraverso cui si esprime un malessere inascoltato.

Il film Punto&Virgola affronta questo tema con coraggio e delicatezza, restituendo voce a chi troppe volte viene ridotto a statistiche. E ci ricorda che, prima di offrire soluzioni, dobbiamo imparare ad ascoltare davvero.


Un coro di voci per non sentirsi soli


In un’epoca in cui tutto sembra connesso, la solitudine è diventata paradossalmente la condizione più diffusa tra gli adolescenti. Non si tratta soltanto di una solitudine fisica, ma emotiva, esistenziale. Una solitudine che nasce dal non sentirsi compresi, dal non trovare un linguaggio comune con gli adulti, e spesso neppure tra pari. Punto&Virgola nasce per rompere questo silenzio.

Il film di Thomas Torelli non vuole parlare degli adolescenti, ma con loro. Ed è questa la sua forza. Le voci dei ragazzi e delle ragazze che compaiono nel documentario non sono interviste costruite: sono aperture autentiche, spesso dolorose, che mostrano il bisogno profondo di essere visti, accolti, amati senza condizioni. Le loro parole non chiedono risposte immediate, ma ascolto. Un ascolto reale, presente, capace di contenere anche ciò che fa paura.

Accanto a queste testimonianze vibranti, il film intreccia il pensiero di grandi figure del panorama psicologico, educativo e culturale italiano:


  • Umberto Galimberti, che da anni esplora il disagio giovanile come segnale di una crisi più ampia del senso e del futuro.

  • Paolo Crepet, con il suo sguardo tagliente e compassionevole sui vuoti educativi lasciati dalla società della performance.

  • Silvano Agosti, che ci ricorda come l’essere umano sia sacro nella sua interezza, e come ogni gesto d’amore sia un atto rivoluzionario.

  • Alessio Carciofi, esperto di digital wellbeing, che indaga l’impatto del sovraccarico informativo e propone una nuova ecologia dell’attenzione.

  • Matteo Gracis, giornalista indipendente, da anni portavoce di un’informazione libera, sensibile alle fragilità del nostro tempo.

  • Paolo Mai, fondatore del progetto educativo La Scuola del Bosco, che propone una pedagogia incentrata sull’autenticità e il contatto con la natura.

  • Lucas Javier Juan Malaisi, psicologo argentino promotore dell’educazione emozionale, che ha portato il tema del benessere interiore nelle scuole.

  • Francesca Picozzi, psicologa e formatrice, che lavora con adolescenti e famiglie per costruire spazi di relazione consapevole.


Ma il coro non si ferma qui. Ci sono anche educatori, terapeuti, insegnanti, genitori che raccontano le proprie fatiche, i propri tentativi, le proprie domande. Il film diventa così un luogo di dialogo possibile, uno spazio in cui la fragilità non è più un difetto da correggere, ma una qualità da accogliere.

In questo coro, nessuno è solo. E ognuno – con la propria voce, i propri silenzi, le proprie domande – può contribuire a costruire una nuova grammatica del sentire. Un linguaggio che non divide, ma unisce. Che non giudica, ma accompagna. Che non pretende soluzioni, ma accende il desiderio di stare. Insieme.



Karakter Coaching School: un sostegno concreto al progetto


ree

È di pochi giorni fa la notizia che Karakter Coaching School ha scelto di diventare Main Sponsor di Punto&Virgola – Un'altra storia. Questa collaborazione nasce dalla condivisione di valori fondamentali: l'ascolto empatico, la crescita personale e il supporto alle nuove generazioni. Karakter Coaching School, con la sua esperienza nel campo del coaching e dello sviluppo personale, offre strumenti preziosi per affrontare le sfide emotive e relazionali che il film mette in luce .


Un progetto che ha bisogno di noi


La fase di produzione è in corso, ma per completare il film servono risorse. Thomas Torelli ha lanciato una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Produzioni dal Basso per finanziare il montaggio, la post-produzione e la distribuzione. È un’opportunità concreta per sostenere un’opera che può fare la differenza.


Contribuire a Punto&Virgola significa scegliere di esserci. Di credere che un altro sguardo è possibile. E che anche una sola virgola può salvare una vita.


Per sostenere la produzione del film:



oppure scansionea il QR code:


ree



Citazione d'autore


“Il dolore non è mai inutile, se diventa parola.”

Massimo Recalcati



Consiglio consapevole


La prossima volta che incontri un adolescente, non chiedergli subito “come stai?”. Guardalo negli occhi, stai in silenzio qualche secondo e ascolta quello che non dice. A volte, è lì che si nasconde la verità.

Commenti

Valutazione 0 stelle su 5.
Non ci sono ancora valutazioni

Aggiungi una valutazione
bottom of page