Gaza: la verità sotto le macerie. Un grido che il mondo finge di non sentire.
- Redazione UAM.TV

- 1 giu
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Premessa
Ci sono momenti nella storia in cui il silenzio è complice. In cui non prendere posizione equivale a schierarsi. Oggi, Gaza è uno di quei momenti. E noi, che ci diciamo esseri umani, che parliamo di diritti, di pace, di progresso, dobbiamo guardarci allo specchio. Perché sotto le macerie di Gaza non ci sono solo corpi. C'è la dignità perduta di un'intera umanità che ha deciso di voltarsi dall'altra parte.
Un dolore che parte da lontano
La tragedia della Palestina non nasce oggi. È il frutto amaro di oltre settant’anni di occupazione, espropri, guerre e promesse mancate. Dal 1948 – anno della Nakba, l’esodo forzato di oltre 700.000 palestinesi – a oggi, intere generazioni sono cresciute sotto il segno dell’oppressione.
Accordi mai rispettati, confini che si restringono, check-point umilianti, colonie illegali che avanzano ogni anno. Il popolo palestinese ha visto la sua terra frammentarsi, il suo stato negato, i suoi diritti calpestati sistematicamente.
7 ottobre: la ferita che brucia
Non possiamo tacere neppure di fronte all’orrore. Il 7 ottobre 2023, Hamas ha compiuto un attacco brutale contro civili israeliani, provocando morte, paura e devastazione. È stato un crimine che va condannato senza ambiguità, un atto che ha infranto ogni principio etico e umano.
Ma la risposta a quel dolore non può essere la punizione collettiva. Non può essere il genocidio a fuoco lento di un intero popolo. La vendetta cieca non è giustizia. E non possiamo, in nome di quel dolore, giustificare l’annientamento di Gaza.
Una catastrofe umanitaria sotto gli occhi del mondo
Da mesi la Striscia di Gaza è il teatro di una tragedia inaccettabile. Ospedali bombardati, bambini sotto le macerie, interi quartieri cancellati. L’assedio totale ha trasformato una prigione a cielo aperto in un cimitero a cielo aperto.
Le immagini parlano chiaro. I numeri sono insopportabili. Eppure, i governi continuano a parlare di “legittima difesa”. Ma quando si colpisce chi non può scappare, chi non ha rifugi, chi non ha scelte… non è più difesa. È dominio. È barbarie.
L’ipocrisia dell’Occidente
L’Occidente, che invoca i diritti umani a corrente alternata, si mostra ancora una volta incapace di applicare i suoi stessi principi quando l’interesse politico lo sconsiglia. Si tace, si distorce, si bilancia con formule diplomatiche che servono solo a mascherare la codardia morale.
La retorica ufficiale copre una realtà cruda: l’impunità di chi ha il potere delle armi e il sostegno delle alleanze strategiche. Ma ogni bomba sganciata su Gaza è una crepa nell’edificio già fragile della credibilità occidentale.
Il dovere della coscienza
Noi di UAM.TV non possiamo essere neutrali. Perché la neutralità, di fronte all’ingiustizia, è complicità. Crediamo nel potere della consapevolezza, dell’informazione libera, del pensiero critico. E oggi, più che mai, serve dire la verità.
Perché Gaza non è solo un luogo. È lo specchio della nostra umanità. O della nostra disumanità.
Citazione d'autore
"Ogni guerra è un crimine. E chi la sostiene si sporca di sangue." Gino Strada
Consiglio consapevole
Non restare indifferente. Informati da fonti indipendenti, ascolta chi vive sulla propria pelle questa tragedia. La pace non si costruisce chiudendo gli occhi: si costruisce guardando in faccia la verità, anche quando fa male.






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