Bonfire Night e la fiamma della ribellione interiore
- Redazione UAM.TV

- 1 giorno fa
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La notte dei falò e delle coscienze

Il fuoco come memoria e come avvertimento
Ogni 5 novembre, in tutto il Regno Unito, il cielo si accende di mille bagliori. È la Bonfire Night, la notte dei falò, nata per ricordare la celebre Congiura delle Polveri del 1605, quando Guy Fawkes tentò di far saltare in aria il Parlamento inglese per fermare la persecuzione dei cattolici sotto il regno di Giacomo I.
Il complotto fallì, e da allora, ogni anno, si bruciano effigi e si accendono fuochi per celebrare la sopravvivenza del potere monarchico. Ma come spesso accade, il tempo ha trasformato il senso originario della festa.
Oggi, dietro le scintille dei fuochi artificiali, resta una domanda: cosa stiamo davvero celebrando?
Dal tradimento alla libertà
La figura di Guy Fawkes è diventata, nel corso dei secoli, molto più di un simbolo di tradimento. È diventata un archetipo. Il volto stilizzato della sua maschera, reso celebre dal film V per Vendetta, è oggi un emblema di protesta, ribellione e coscienza civile.
Sotto quel sorriso enigmatico si nasconde un paradosso: un uomo che fallì nel distruggere un sistema, ma che riuscì, secoli dopo, a risvegliare la riflessione sulle sue fondamenta.
Ogni falò acceso questa notte può essere letto come un gesto duplice: da un lato la condanna della violenza, dall’altro l’invito a tenere viva la fiamma del pensiero critico.
La ribellione come atto interiore
La vera rivoluzione non nasce mai dal fuoco esterno, ma da quello che brucia dentro.
Non servono esplosivi per far tremare un potere ingiusto, basta una coscienza che si rifiuti di dormire.
La Bonfire Night può così diventare una metafora potente del nostro tempo: il desiderio di cambiamento che convive con la paura di perdere ciò che conosciamo, la tensione tra conformismo e verità, tra quiete e giustizia.
Il fuoco diventa allora un richiamo a riscaldare, non a distruggere.
Intervista impossibile a Guy Fawkes
Se Guy Fawkes potesse parlare oggi, forse non cercherebbe più di accendere micce, ma coscienze.
Immaginiamolo in un dialogo impossibile, seduto davanti a un falò, la maschera tra le mani, lo sguardo rivolto verso un mondo che non ha più monarchi da rovesciare ma nuove forme di potere invisibile.
D: Signor Fawkes, se potesse rivivere oggi, quale sarebbe la sua causa?
R: Non più la vendetta, ma la verità. Allora credevo che bastasse distruggere un edificio per cambiare il mondo. Ora vedo che i muri si ricostruiscono facilmente, ma le coscienze no. Oggi la mia polvere da sparo sarebbe la conoscenza.
D: Cosa direbbe a chi indossa la sua maschera nelle proteste?
R: Ricordate che la maschera è solo un simbolo. Indossarla non basta. Dovete imparare a guardare dietro di essa, dentro di voi. Il volto della libertà non è nascosto, è semplicemente dimenticato.
D: E il fuoco? Lo accenderebbe ancora?
R: Sì, ma non per bruciare. Per illuminare. Per scaldare chi ha freddo di giustizia, per far luce sulle menzogne. Il fuoco è neutro: dipende da ciò che gli chiediamo di fare.
D: Cosa pensa dell’umanità di oggi?
R: Penso che viva ancora in prigioni invisibili, più solide delle catene di ferro. Ma vedo anche scintille: piccoli atti di coraggio, di verità, di empatia. Forse non serve più una rivoluzione. Serve una rivelazione.
E forse, alla fine, si alzerebbe, rimetterebbe la maschera e direbbe:
“Non ho fallito. Ho solo acceso il fuoco in un’altra epoca.”
Dalle strade di Londra ai cuori del mondo
Oggi la festa è una celebrazione popolare: bambini, famiglie, falò nei parchi, fuochi d’artificio che illuminano la notte britannica. Ma dietro quella gioia si nasconde una lezione universale: ricordare quanto fragile sia l’equilibrio tra libertà e controllo, tra ordine e paura.
La maschera di Guy Fawkes è riapparsa in movimenti sociali e manifestazioni in tutto il mondo, dal collettivo Anonymous alle proteste di Occupy Wall Street.
In ognuno di questi volti mascherati si intravede un riflesso della stessa domanda: quanto siamo disposti a difendere la verità, anche quando brucia?
Ritrovare il senso del fuoco
Nel catalogo di UAM.TV, film come Un altro mondo o InnSæi – Il potere dell’intuizione ci invitano a riflettere su un altro tipo di rivoluzione: quella che parte da sé, che non brucia edifici ma illusioni, che trasforma anziché distruggere.
In un’epoca in cui le fiamme della rabbia e della divisione sembrano tornare a divampare ovunque, la Bonfire Night ci ricorda che il vero potere del fuoco è quello di illuminare.
Forse la ribellione più autentica non è contro il potere esterno, ma contro l’indifferenza interiore.
Citazione d’autore
“Meglio accendere una candela che maledire l’oscurità.”
Proverbio cinese
Consiglio consapevole
Questa notte, se ti capiterà di vedere un falò o anche solo una candela accesa, guardala non come una fiamma che consuma, ma come un simbolo di risveglio.
Ogni piccolo atto di verità, ogni parola gentile, ogni scelta autentica è una scintilla che illumina il mondo più di qualunque fuoco d’artificio.






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