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Amiata Gran Tour. Il cammino inedito di Abha on the road

  • Beatrice Vianello
  • 26 mag 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

ll cammino ad anello con partenza e arrivo Abbadia San Salvatore, intorno alla montagna sacra.


Il monte Amiata, importante gruppo montuoso di origine vulcanica, è situato nell’antiappennino toscano, tra la Maremma, la Val d’Orcia e la Val di Paglia, compreso tra la provincia di Grosseto e quella di Siena. Trae il suo nome dal latino ad meata, alle sorgenti.


Un’altra ipotesi sull’etimo del toponimo Amiata sono state proposte da una rivista storico-culturale che ipotizza la derivazione del nome da mons Tuniatus-Montuniata, con riferimento a Tinia, la massima divinità etrusca. Sul Monte Amiata sorgono numerosi borghi antichi che si arrotolano quasi a spirale lungo la strada che ne raggiunge la sommità.


Com’è nata l’idea di progettare un cammino sul Monte Amiata? Il racconto di Abha.


Abha così ci racconta: “L’idea del cammino sull’Amiata nasce da un incontro incredibile avvenuto la scorsa estate durante il Festival Pucciniano di Torre del Lago in provincia di Viareggio, dove mi trovavo nelle vesti di presentatrice.


Nella zona riservata agli addetti ai lavori e agli invitati, tra un aperitivo e una tartina, girando col mio lungo vestito da sera, notai un signore parlare del Monte Amiata con Maria Laura Simonetti, Presidente della Fondazione del Festival. Quell’uomo era Fabrizio Tondi, il sindaco di Abbadia San Salvatore, uno dei borghi storici che si inerpicano sul monte.


Mi avvicinai dicendo di essere, oltre che musicista, una grande appassionata di cammini, e che per lunghi periodi dell’anno ai piedi non portavo i tacchi come quella sera ma un bel paio di scarponi! E così proposi la mia vecchia idea di studiare e promuovere un percorso inedito che legasse tutti i paesi del Monte Amiata.


Quel luogo era infatti già al centro dei miei interessi da tanti anni grazie ai corsi di Yantra Yoga svolti presso il centro di Buddhismo Tibetano di Merigar, fondato dal Maestro Norbu nel 1981. Il piccolo Tibet, come definì questo angolo di Amiata, nel 1990, sua Santità il Dalai Lama”.


L’intesa immediata !


Cosa fatta! E così, da un atto di amore del sindaco di San Salvatore e da una grande passione di Abha, è nato l’Amiata Gran Tour, simbolo di unione e di superamento di ogni campanilismo. Il monte Amiata, considerato una montagna sacra fin dal tempo degli etruschi, nel medioevo fu abitato dai monaci benedettini che nell’ Abbazia San Salvatore custodirono un’antichissima copia della Bibbia . Vi fu poi David Lazzaretti di Arcidosso, eremita vissuto in una comunità spirituale sul monte Labbro, colle secondario dell’ Amiata. E poi, come detto, Norbu, Maestro di buddhismo tibetano.


l’Amiata è dunque una montagna con una grande attrattiva spirituale, grazie alle sue meravigliose sorgenti d’acqua e alle sue origini vulcaniche, ma anche con un’ importante storia mineraria, grazie alle sue cave di cinabro, che hanno portato ricchezza alle popolazioni del luogo, sempre molto unite nel difendere e proteggere il loro territorio.


La Società Macchia Faggeta


Un esempio di di questa coesione tra paesi e borghi dell’Amiata fu la battaglia per evitare l’esproprio della faggeta nel diciottesiomo secolo da parte del Granducato di Toscana. Duecento capifamiglia si riunirono infatti nella Società Macchia Faggeta, per rendere la sterminata distesa di alberi incedibile, indivisibile e invendibile, caratteristiche in vigore ancora oggi.


Grazie all’Ambito Turistico Amiata per aver creato Amiata Gran Tour al ritmo dei miei passi! Inoltre voglio dedicare un mio ringraziamento personale a Etis Prifti e un pensiero colmo di grata amicizia a Fabrizio Tondi: è stato merito del mio incontro casuale con il Sindaco di Abbadia San Salvatore che è nato tutto questo!

Valentina Lo Surdo


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