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Volare: la leggerezza come filosofia di vita

  • Immagine del redattore: Redazione UAM.TV
    Redazione UAM.TV
  • 27 ott
  • Tempo di lettura: 3 min

Nel ricordo di Domenico Modugno, un viaggio nel senso più profondo della libertà e dell’immaginazione.

Volare: la leggerezza come filosofia di vita

Il sogno di un uomo che sapeva volare


Il 26 ottobre 1994 si spegneva Domenico Modugno, ma non la sua voce. Perché certe voci non si spengono, restano sospese tra cielo e mare, tra un “blu dipinto di blu” e il sogno di chi non ha mai smesso di guardare in alto.

Modugno non fu solo un cantante, ma un ponte tra mondi: il Sud e il Nord, la terra e il cielo, la malinconia e la speranza. Nelle sue canzoni viveva la poesia dell’anima mediterranea, quel modo tutto italiano di trasformare la fatica in canto, la nostalgia in luce.

“Volare” non era solo una melodia, era un manifesto esistenziale: l’invito a librarsi sopra i confini del pensiero comune, a osare la gioia, a dire “sì” alla vita anche quando pesa come pietra.


La libertà come scelta quotidiana


Volare, in fondo, significa liberarsi.

Non da qualcuno, ma da qualcosa: dalle catene invisibili della paura, del giudizio, del dovere. Modugno ci insegnò che la libertà non è un privilegio, ma un atto di responsabilità verso sé stessi.

C’è qualcosa di rivoluzionario in quell’immagine di un uomo che si sente “felice di stare lassù”: non perché fugge dal mondo, ma perché ha trovato il modo di guardarlo da un’altra prospettiva.

Nel suo sorriso si rifletteva la leggerezza di chi ha fatto pace con la propria umanità, di chi canta non per dimenticare, ma per ricordare che ogni dolore può diventare armonia.


Il blu come stato dell’anima


“Nel blu dipinto di blu” è più di un verso. È un’immagine metafisica.

Quel blu non è solo il colore del cielo o del mare: è il simbolo dell’infinito che vive dentro di noi. È lo spazio dell’anima dove tutto si dissolve, dove l’ego tace e resta solo la voce autentica dell’essere.

Modugno aveva compreso che la vera arte non nasce dalla perfezione, ma dalla verità. Per questo le sue canzoni, pur semplici, vibrano ancora oggi di una forza che trascende il tempo: parlano al bambino e al saggio, al sognatore e al disilluso, al credente e all’ateo.


Quando la musica diventa preghiera


C’è una linea sottile tra il canto e la preghiera. In certe interpretazioni di Modugno - la voce roca, le braccia aperte, lo sguardo al cielo - sembra quasi che il palco diventi altare, che il suono si faccia invocazione.

La musica, per lui, era un modo per ricordare che la vita è miracolo, che la poesia non è fuga ma presenza. Ogni nota era un atto di fede nella bellezza, una carezza alla tristezza del mondo.


E poi… imparare a volare ogni giorno


Modugno ci lascia un messaggio semplice e potente: volare non è un privilegio per pochi, ma un dovere per chiunque voglia vivere pienamente.

Volare è scegliere la gratitudine invece del lamento, il perdono invece del rancore, la speranza invece della paura.

È la leggerezza che non nega il peso della vita, ma lo trasforma in danza.

Forse per questo, trent’anni dopo la sua scomparsa, ogni volta che sentiamo quelle note ci viene ancora da chiudere gli occhi, da aprire le braccia e da lasciarci andare, anche solo per un istante, nel blu.


Citazione d’autore

“Per essere felici bisogna volare, non tanto in alto da perdere di vista la terra, ma abbastanza da non lasciarsi schiacciare da essa.”

Domenico Modugno

Consiglio consapevole

La prossima volta che la vita ti sembra pesante, prova a respirare a fondo e a immaginare il tuo blu. Non quello del cielo, ma quello che vive dentro di te: il luogo dove tutto si quieta, dove non esiste più paura, solo libertà.

Ascolta una canzone che ti faccia vibrare il cuore - magari proprio Volare - e ricorda: la leggerezza non è fuggire, è scegliere di restare con grazia.


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