La voce di Francesco d’Assisi come guida oggi
- Redazione UAM.TV

- 4 ott
- Tempo di lettura: 5 min
Riscoprire la semplicità e la fraternità nel nostro tempo complesso

Un giorno per Francesco
Il 4 ottobre è il giorno in cui la Chiesa celebra san Francesco d’Assisi, patrono d’Italia. Ma il suo messaggio, in realtà, ha da tempo superato i confini religiosi per diventare patrimonio universale. Non è solo il santo delle stigmate o il fondatore di un ordine monastico, ma la figura di un uomo che, nella sua radicalità, ha scelto di vivere senza nulla per riconoscere in tutto la presenza del divino. In questo sabato di memoria ci ritroviamo a interrogarci: cosa resta della sua eredità?
Il Parlamento italiano ha recentemente reintrodotto il 4 ottobre come festa civile, segno di quanto il “povero di Assisi” parli ancora a una società alla ricerca di senso. Non è un ritorno nostalgico al passato, ma il riconoscimento di una parola che ha forza politica, sociale e spirituale. Celebrare Francesco significa aprirsi a una visione più ampia di fraternità e responsabilità collettiva.
Vicenda e conversione
Francesco nacque ad Assisi intorno al 1181-82. Figlio di un ricco mercante di stoffe, visse i primi anni tra agi, feste e ambizioni. La sua era la giovinezza di un ragazzo inquieto, attratto dalla gloria delle armi e dal fascino della vita mondana. Ma fu proprio l’esperienza della guerra, la prigionia e la malattia a metterlo davanti a un bivio.Un giorno, di fronte al crocifisso della chiesetta di San Damiano, Francesco sentì una voce che gli diceva: “Va’ e ripara la mia casa”. Da quel momento iniziò il suo cammino di radicale conversione: lasciò i beni, spogliandosi persino dei vestiti davanti al padre, per abbracciare una vita di povertà totale. La sua non fu fuga dal mondo, ma immersione più profonda nella vita reale, con gli ultimi, i malati, i dimenticati.
Il messaggio universale
Il cuore della testimonianza francescana è la fraternità. Francesco non si è mai fermato davanti alle barriere culturali o religiose. Parlò con i potenti e con i poveri, predicò agli animali, incontrò il Sultano d’Egitto in piena crociata per proporre la via della pace. Ogni creatura era per lui sorella, ogni frammento del mondo rivelava la presenza del Creatore.Questa prospettiva è di straordinaria attualità: ci invita a riconciliarci con la natura, a vivere un’ecologia integrale in cui la terra non è risorsa da sfruttare ma madre da custodire. Il suo linguaggio semplice, fatto di gesti e simboli, supera ogni dottrina e si fa voce limpida per un mondo smarrito. La sua radicalità ci interroga: come possiamo oggi vivere sobriamente in un’epoca di eccessi, di consumo sfrenato e di distacco dal creato?
La sua voce nel nostro tempo
Francesco non è un mito irraggiungibile. È la voce che ci ricorda che la felicità non sta nell’accumulo, ma nel lasciar andare. Che il potere non genera grandezza, ma la cura reciproca sì. È la voce che ancora ci chiede di guardare il volto del povero, dello straniero, del malato, e di riconoscere lì la presenza del sacro.Rileggere la sua vita ci aiuta a comprendere che il messaggio cristiano non si misura in formule complesse, ma in scelte quotidiane di semplicità e amore concreto. La sua attualità risuona in un mondo che cerca alternative al cinismo e all’indifferenza: è un invito a camminare leggeri, a liberarsi dal superfluo, a tornare a ciò che davvero conta.
Intervista immaginaria con San Francesco
Immaginiamo ora di poter rivolgere a Francesco alcune domande, come se fosse nostro contemporaneo.
— “Francesco, cosa resta del tuo messaggio oggi?”
— “Restano i piccoli gesti di amore: il pane condiviso con chi ha fame, la carezza data al malato, il perdono offerto a chi ci ferisce. Non serve la grandezza dei palazzi, ma la grandezza del cuore.”
— “Come possiamo vivere la tua esperienza nel nostro tempo fatto di tecnologia e velocità?”
— “Non ti dico di fuggire dal mondo, ma di imparare a usarlo senza esserne schiavo. La semplicità non è rifiuto della vita moderna, è saper distinguere ciò che serve davvero da ciò che è illusione.”
— “Che cosa ti addolora dell’umanità di oggi?”
— “Vedo molti uomini e donne assetati di senso che però si perdono nel rumore e nell’apparenza. Vedo terre ferite dall’avidità, creature trattate come oggetti, fratelli dimenticati. Mi addolora il cuore indurito che non sa più piangere.”
— “Quale speranza porti a chi ti invoca?”
— “Che nessuno è troppo piccolo per cambiare il mondo. Io ero solo un giovane scapestrato di Assisi, eppure il Signore ha fatto germogliare una via di pace. Anche tu puoi diventare seme, se ti lasci guidare dall’amore.”
Un sogno che continua:
il film Il sogno di Francesco
Nella piattaforma UAM.TV è disponibile il film Il sogno di Francesco, che ci permette di avvicinarci in modo narrativo e intimo alla vicenda umana e spirituale del santo.
Assisi, 1209. Francesco ha appena subito il rifiuto da parte di Innocenzo III di approvare la prima versione della Regola, che metterebbe i fratelli al riparo dalle minacce che gravano su di essi. L’amico fraterno Elia da Cortona guida il difficile dialogo tra la confraternita e il Papato: per ottenere il riconoscimento dell’Ordine, Elia cerca di convincere Francesco della necessità di abbandonare l’intransigenza dimostrata finora. Ma che cosa resterebbe del sogno di Francesco? La loro amicizia riuscirà a resistere al confronto tra gli ideali e i compromessi necessari?Questo film non è solo ricostruzione storica, ma riflessione attuale su quanto sia difficile rimanere fedeli a un ideale senza piegarsi al compromesso. Ci parla della tensione costante tra purezza e realismo, tra sogno e necessità: la stessa tensione che ogni uomo e donna di oggi si trova a vivere.
Una comunità che sceglie la fraternità
Non celebriamo Francesco come un’icona lontana, ma come modello di comunità viva. Ogni associazione che sceglie la sobrietà, ogni scuola che insegna a custodire la terra, ogni città che promuove accoglienza e pace diventa segno concreto della sua eredità.Francesco ci invita a essere artigiani di fraternità: non con parole vuote, ma con relazioni autentiche, con gesti di cura quotidiana. Quando scegliamo di condividere anziché possedere, di includere anziché escludere, allora il suo messaggio continua a camminare tra noi.
Conclusione
In questo 4 ottobre, giorno della sua memoria, Francesco ci ricorda che la vita vera nasce dalla semplicità. Che il futuro non si costruisce accumulando potere, ma custodendo la terra e chi la abita. Che ogni creatura, anche la più fragile, ha un posto nella grande famiglia dell’universo. Il poverello d’Assisi non ci chiede eroismi impossibili, ma di vivere ogni giorno con gratitudine, fratellanza e leggerezza.
Citazione d’autore
“Predica sempre il Vangelo; se necessario, usa le parole.”
San Francesco d’Assisi
Consiglio consapevole
Oggi scegli di compiere un gesto semplice e concreto: raccogli un rifiuto dalla strada, abbraccia qualcuno che ami, dona un sorriso a uno sconosciuto. La fraternità si costruisce così, passo dopo passo.





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