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L’arte di prendersi cura: saperi antichi per il benessere quotidiano

  • Immagine del redattore: Redazione UAM.TV
    Redazione UAM.TV
  • 5 ago
  • Tempo di lettura: 3 min

Riscoprire i gesti che ci riconnettono alla terra e a noi stessi

L’arte di prendersi cura: saperi antichi per il benessere quotidiano

Nel nostro tempo veloce, rumoroso, frammentato, ci siamo abituati a pensare alla “cura” come qualcosa di eccezionale. Un lusso da concederci ogni tanto. Un appuntamento da inserire in agenda. Eppure, chi viveva a stretto contatto con la natura - i contadini, gli artigiani, le donne nei villaggi, gli anziani dei paesi - sapeva che prendersi cura era un gesto quotidiano, silenzioso, essenziale. Non si trattava di un atto speciale, ma di un modo di stare al mondo.

Oggi, forse più che mai, abbiamo bisogno di tornare a quei gesti semplici. Non per nostalgia, ma per necessità. Per guarire il nostro rapporto con il corpo, con la casa, con la natura. Per ricostruire una relazione più sana con il tempo e con il fare.


Erbe, mani e stagioni


Nella tradizione contadina, le erbe spontanee erano alleate preziose. Si raccoglievano seguendo la luna, si mettevano a seccare all’ombra, si custodivano in sacchetti di lino. Non servivano solo per preparare infusi e decotti. Servivano per massaggiare i dolori, purificare gli ambienti, proteggere il sonno.

L’iperico, per esempio, si raccoglie a San Giovanni, quando il sole è più forte. Messo in olio d’oliva, diventa un balsamo contro scottature, ferite e infiammazioni. L’alloro, simbolo di protezione e saggezza, veniva bruciato per purificare le stanze. Il rosmarino si usava nei pediluvi e negli impacchi per la memoria.

Non c’erano creme miracolose, ma mani esperte, impasti di argilla, aceto, sale grosso. E una conoscenza che univa corpo e spirito, salute e sacralità.


Pulire per trasformare


Anche il pulire la casa era un gesto rituale. Non solo igiene: purificazione. Le donne usavano acqua, aceto, lavanda. Le scope di saggina spazzavano via la polvere, ma anche le energie pesanti. C’erano giorni in cui non si lavava - per esempio, durante i temporali o nei giorni “carichi” secondo la tradizione popolare - e momenti ideali, come il sabato pomeriggio, per preparare la casa alla domenica di riposo.

Oggi possiamo riscoprire quel significato. Mettere qualche goccia di olio essenziale nell’acqua del secchio. Usare il limone invece dei detersivi aggressivi. Togliere le scarpe prima di entrare. Camminare scalzi sul pavimento per sentirlo vivo.

Rendere il quotidiano sacro.


Mangiare come si faceva una volta


L’alimentazione contadina era semplice, ma non povera. Era ricca di senso. Seguire le stagioni era ovvio: d’estate si mangiava fresco, d’inverno si conservava. La verdura veniva dall’orto, il pane si faceva in casa, si cucinava con lentezza. E ogni pasto cominciava con un gesto di ringraziamento.

Anche senza vivere in campagna, possiamo tornare a questo spirito: scegliere cibo vero, evitare lo spreco, cuocere con amore, condividere. Possiamo riscoprire il gusto dell’attesa, del fare con le mani, del mangiare con presenza.


Il tempo che guarisce


Ma il sapere contadino non era fatto solo di piante, fuoco e farine. Era fatto di tempo. Tempo lento, ciclico, in ascolto. Si sapeva aspettare. Si conosceva il valore del silenzio. Si rispettavano i momenti di fatica e quelli di festa.

Oggi viviamo costantemente in accelerazione. Eppure il corpo chiede ancora quel ritmo antico: dormire quando è buio, svegliarsi con la luce, camminare, stare in silenzio, guardare il cielo. Cose semplici, ma straordinariamente terapeutiche.


Tornare alla radice


Recuperare i saperi antichi non significa idealizzare il passato, ma riconoscere ciò che abbiamo dimenticato. E che invece ci serve, oggi più che mai. La saggezza contadina è una forma di ecologia interiore: ci insegna a vivere meglio con meno, a trovare bellezza nella semplicità, a prenderci cura di ciò che conta.

Forse è proprio da qui che può partire una nuova rivoluzione. Non rumorosa, non tecnologica. Ma fatta di gesti silenziosi, quotidiani, consapevoli. Perché chi si prende cura, ogni giorno, guarisce il mondo.


Citazione d'autore

“C'è un tempo per seminare e uno per raccogliere. Ma soprattutto, c'è un tempo per custodire ciò che cresce.” Tradizione contadina toscana

Consiglio consapevole

Oggi, scegli un gesto semplice: lava il pavimento con acqua e aceto, raccogli qualche erba nel tuo giardino, cucina qualcosa con le mani. Fallo con presenza, con lentezza, come se fosse un piccolo rituale. E osserva come cambia la tua energia.


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