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Bolshoi Babylon: balletto e potere

Balletto e intrighi nella più grande istituzione artistica russa, raccontata dall’eccellente Bolshoi Babylon. Un titolo che richiama la natura spettacolare e ambigua dello storico teatro dove si esibiscono i migliori ballerini della Russia.

Attivo dai tempi degli zar e sopravvissuto attraverso il periodo sovietico fino ai giorni nostri, il teatro Bolshoi è il fiore all’occhiello della terra russa. Ma la sua magnificenza cela un mondo fatto di trame segrete, inimicizie e congiure.

L’ARMA DEL BALLETTO

Il Teatro Bolshoi fu fondato nel 1776 su concessione della zarina Caterina II; da allora, divenne il più importante dei teatri in cui si riuniva l’aristocrazia dell’epoca. La sua importanza crebbe e superò i confini della Russia, raggiungendo una fama eccelsa in tutta Europa.

Con lo scoppio della Rivoluzione d’Ottobre, il Bolshoi venne mantenuto: piuttosto che recidere i legami con un’istituzione artistica zarista, il nuovo governo sovietico ne riconobbe l’importanza. Da allora, il Bolshoi divenne uno strumento diplomatico, ospitando le più importanti figure della politica e fungendo da mezzo di comunicazione anche nel pieno della Guerra Fredda.

Ancora oggi, il peso artistico del mitico teatro si fa sentire nella politica, sia estera sia interna, del paese. Per usare le parole dell’ex presidente Dimitry Medvedev, intervistato in occasione di questo documentario: il Bolshoi è la nostra arma e lo useremo per raggiungere i nostri obiettivi.

LA BABILONIA CHE DANZA

Il documentario Bolshoi Babyolon, diretto da Nick Read, si addentra nelle ombre oltre il sipario. Getta lo sguardo, attraverso la cinepresa, sul dietro le quinte del più importante teatro di Russia. Così facendo, cerca di esplorarne il peso politico, i collegamenti col potere e le lotte intestine per la sua gestione.

Partendo dal suo più grande scandalo, l’attentato con l’acido a Sergei Filin, storico ballerino e in seguito direttore artistico del Bolshoi. L’attacco subito, che lo costrinse a numerose operazioni chirurgiche, rivelò al pubblico le tensioni nascoste tra i dirigenti del teatro.

Intervistando le stelle del balletto russo, come Maria Alexandrova e Maria Allash, Bolshoi Babylon traccia un disegno dei giochi di potere. Inevitabili anche gli interventi dei direttori, come lo stesso Sergei Filin, e di alte cariche del governo russo come Dimitry Medvedev.

Tutte le loro opinioni, siano esse discordanti o accomodanti sulle realtà nascoste del corpo di ballo del Bolshoi, concordano sull’importanza che il balletto ha per la politica russa, non solo per l’arte.

LA PUNTA DELL’ICEBERG RUSSO

Nonostante le eccellenti partecipazioni e il tempo che il regista dedica alla preparazione dei ballerini per gli spettacoli di quella che viene definita da loro stessi come “la più dura della loro vita”, Bolshoi Babyolon rimane uno sguardo in superficie: non riesce a penetrare oltre una certa profondità quel mondo nascosto fatto di spettacolo e politica.

Lungi però dall’essere un demerito: Bolshoi Babylon fa capire quanto profonde e radicate nella società russa siano certe dinamiche. Il culto della bellezza, dell’estetica unita alla capitalizzazione e all’influenza della diplomazia.

Raccontando il Bolshoi, Nick Read racconta la Russia e ci fa riflettere sul ruolo universale dell’arte e della sua inevitabile commistione con le forme più sottili del potere.

Per vedere il trailer del film clicca qui, nella scheda dedicata del catalogo pubblico di UAM.TV.

Se ti appassiona la danza non perdere su UAM.TV “La mia vita è un ballo – La Chana”, dedicato alla famosa danzatrice spagnola di flamenco, di cui puoi vedere qui il trailer e leggere qui la nostra recensione.

Regia: Nick Read
Genere: documentario
Lingua originale: russo, inglese
Durata: 86”
Paese di produzione: Regno Unito
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