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Giornata contro la violenza sugli insegnanti: ritrovare il valore del sapere e di chi lo custodisce

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    Redazione UAM.TV
  • 1 giorno fa
  • Tempo di lettura: 3 min

Proteggere chi educa significa proteggere il futuro

Giornata contro la violenza sugli insegnanti: ritrovare il valore del sapere e di chi lo custodisce

Ci sono temi che sembrano lontani, poi all’improvviso ci raggiungono con la forza di una verità che non possiamo più ignorare. La violenza sugli insegnanti, verbale o fisica, non è un episodio isolato e nemmeno un incidente di percorso nel mondo della scuola. È il segno di una frattura più profonda. È l’indicatore di un clima sociale in cui il rispetto per chi educa si perde, cedendo il posto a frustrazioni, rabbia, insofferenza e sfiducia. In questo 24 novembre, parlare di questa giornata significa parlare di noi, delle relazioni che costruiamo, di come scegliamo di stare nel mondo.


Il volto invisibile della violenza


Quando si sente parlare di violenza sugli insegnanti, molti pensano subito agli episodi più eclatanti, quelli che finiscono in prima pagina. Ma la verità è che esistono forme silenziose, quotidiane, che non lasciano lividi sulla pelle ma segnano profondamente. L’aggressività verbale, la delegittimazione costante, l’idea che educare sia un servizio a sportello e non un atto di cura, sono tutte forme di violenza che si insinuano nel tessuto delle relazioni scolastiche. E lo fanno da anni, lentamente, modificando la percezione del ruolo dell’insegnante fino a renderlo fragile, esposto, disarmato.


Ritrovare la radice del patto educativo


Educare è un incontro. Non un monologo. Non un ordine imposto. Non un semplice trasferimento di nozioni. Il patto educativo è un accordo sottile, fatto di fiducia e ascolto, in cui ogni persona coinvolta ha bisogno di sentirsi vista, riconosciuta, rispettata. Quando la violenza entra in questo patto, lo frantuma. Non colpisce solo l’insegnante: danneggia la comunità, mina il futuro di chi studia, indebolisce la qualità della crescita collettiva. Proteggere gli insegnanti significa proteggere l’infanzia, l’adolescenza, le nuove generazioni, e quindi la società in cui desideriamo vivere.


La dignità dell’errore e il coraggio della lentezza


Una delle radici della violenza è la frustrazione. In un mondo che chiede performance immediate, risultati rapidi e competitività costante, l’errore diventa una vergogna. E quando l’errore non è più accettato, la critica si trasforma in attacco, il dialogo in scontro, la scuola in un campo di battaglia emotivo. Forse dovremmo tornare a coltivare un nuovo rispetto per la lentezza dell’apprendimento, per la pazienza necessaria alla maturazione, per il valore degli errori che fanno crescere. È questa dignità dell’imperfezione che può restituire serenità al patto educativo.


Gli insegnanti come custodi della coscienza collettiva


Ci sono mestieri che tengono insieme una comunità senza chiedere nulla in cambio, se non la possibilità di svolgere il proprio lavoro in pace. L’insegnante è uno di questi. È un custode della memoria culturale, un testimone di conoscenza, un ponte tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare. Ogni gesto di violenza contro un insegnante è un atto di violenza contro la nostra stessa possibilità di crescere come individui e come società. Proteggerli non è un dovere. È un segno di civiltà.


Ripensare insieme la convivenza


Questa giornata ci invita a riflettere non solo sugli episodi di violenza, ma sul clima che li rende possibili. Sulle parole che scegliamo quando parliamo di scuola. Sulle aspettative che carichiamo sulle spalle degli insegnanti. Sulle reazioni impulsive che si diffondono nel mondo digitale. Ritrovare un linguaggio più gentile, più responsabile, più consapevole, significa prevenire ciò che accade quando la tensione supera la soglia della ragionevolezza.


Perché la scuola non è un luogo qualunque


La scuola è uno dei pochi spazi rimasti in cui la società si guarda allo specchio. Dove si incontrano tutte le differenze, tutte le fragilità, tutte le possibilità. Difenderla significa difendere noi stessi. Oggi più che mai, onorare questa giornata significa tornare a chiederci quale futuro vogliamo e con quali strumenti scegliamo di costruirlo.


Citazione d’autore

“L’educazione è l’arma più potente che si possa usare per cambiare il mondo.”

Nelson Mandela

Consiglio consapevole

La prossima volta che incontriamo un insegnante, proviamo a guardarlo come guarderemmo un giardiniere che si prende cura dei semi da cui nascerà il domani. Un grazie, anche silenzioso, può essere la prima forma di protezione.


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