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Ipnosi regressiva alle vite precedenti. Magia o realtà?

L’ipnosi, nonostante il ritrovamento di manoscritti che parlano di ipnosi regressiva risalenti intorno al 1000 a.C., l’accreditamento da parte di diversi studi scientifici, l’applicazione con finalità cliniche anche in ambito ospedaliero, viene ancora oggi spesso erroneamente ritenuta analoga ad un rituale magico.

Per l’American Psychological Association “l’ipnosi non è una terapia bensì una tecnica che può essere usata per facilitare la terapia”.

È dunque una tecnica che offre la possibilità di sviluppare le potenzialità mentali, ivi compresi i ricordi, grazie all’induzione da parte dell’ipnotista.

Accade in modo semplice e naturale, perché si raggiunge uno stato di rilassamento profondo, analogo al dormiveglia del mattino appena svegli o della sera prima di addormentarsi.

Lo stato ipnotico permette di ridurre la critica e la razionalità della nostra mente focalizzandosi su una mono idea.

I benefici dell’ipnosi

L’ipnosi permette di ridurre i pensieri confusi della nostra mente e d’isolarsi dalla dimensione spazio-temporale.

Lo stato di trance indotta grazie all’ipnosi permette di entrare in uno stato non di incoscienza bensì di iper-coscienza, realizzabile grazie:

  • Alla disattivazione temporanea del senso critico e di giudizio, con interruzione dell’autocritica e la mancanza di paura del giudizio degli altri.
  • All’interruzione del fenomeno, che gli orientali definiscono “mente-scimmia”, appunto per indicare la generazione inconsapevole e incontrollata dei pensieri.

Durante l’ipnosi rimane comunque attiva, a differenza del sonno, la parte mentale.

In questo modo si possono sempre rifiutare tutte quelle induzioni a cui non si ritiene opportuno dar seguito, per ragioni etiche o morali.

Grazie alla guida vocale dell’ipnotista, la persona sottoposta a ipnosi può entrare in contatto con il suo inconscio, dialogare con esso e persino recuperare informazioni riguardo al proprio passato, emozioni vissute, condizionamenti subiti e potenzialità utili per migliorare il presente.

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Ipnosi regressiva

Tra le molteplici applicazioni dell’ipnosi troviamo l’ipnosi regressiva, dove lo stato di trance ipnotica indotta dall’ipnotista, permette di accedere a delle aree cerebrali ove risiedono i ricordi custoditi dal nostro inconscio.

Il riconoscimento nel nostro continente di tale pratica, può essere datata tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. Ciò grazie alle figure di J. M. Charcot, S. Freud e C. G. Jung che hanno diffuso e chiarito, anche nella nostra cultura, l’esistenza di una parte inconscia. 

Il nostro inconscio influenza la nostra realtà e la nostra vita, in maniera maggiore rispetto alla parte conscia e razionale.

Durante la seduta di ipnosi regressiva, lo stato di trance si raggiunge mediante una serie di induzioni e suggestioni verbali. 

L’ipnotista è così in grado di guidare la persona a recuperare dei ricordi che possono venire sotto forma di immagini, voci, percezioni, sensazioni e arrivare da questa vita, dalle vite precedenti o dall’inconscio collettivo.

L’ipnosi regressiva, partendo dalla attuale vita della persona, inducendola gradualmente in uno stato diverso di coscienza mediante uno stato di rilassamento progressivo, la guida fuori dei confini del tempo e dello spazio, fino ad arrivare a recuperare ricordi inconsci che influenzano oggi il suo agire.

Il recupero di tali ricordi, eventi passati ed esperienze vissute, permette alla persona di sviluppare una consapevolezza diversa e maggiore.

Ipnosi regressiva

Ipnosi regressiva alle vite precedenti

L’ipnosi regressiva alle vite precedenti, a differenza dell’ipnosi medica e terapeutica, ha finalità di crescita personale e spirituale. Ciò nonostante, come affermava il grande maestro C. G. Jung: “Tutto è terapeutico se finalizzato al benessere della persona”.

L’utilità dell’ipnosi regressiva alle vite precedenti e la consapevolezza della reincarnazione dell’anima, pur essendo una credenza da sempre esistita in alcune culture e persino nel Cristianesimo fino agli inizi del 300 d.C., è riemersa in Europa Nel 1862, in maniera del tutto casuale.

Ciò ad opera del principe Galitzin, allievo del medico Mesmer (padre del movimento denominato mesmerismo) il quale, provando la trance ipnotica su una prostituta tedesca poco istruita, assoldata per fare pratica, udì un qualcosa di impossibile 

La donna infatti, pur essendo tedesca, nel parlare correttamente francese, riferì di aver compiuto nella sua vita precedente un delitto in Francia e che esso era alle origini delle sue attuali difficoltà.

Trattasi in questo caso di un fenomeno di xenoglossia, ossia il parlare una lingua sconosciuta, fenomeno che non spesso, ma in diversi casi, accade durante l’ipnosi regressiva alle vite precedenti.

Avendo udito diversi particolari su come si erano svolti i fatti, sul luogo e sulle persone coinvolte, Galitzin si recò in Francia, alla ricerca di testimonianze.

La gente locale confermò di aver udito dai propri avi, la veridicità di quel racconto.

La ampia diffusione della conoscenza riguardo ipnosi regressiva alle vite precedenti e della reincarnazione nella nostra cultura e contesto sociale, sono il frutto e merito delle pubblicazioni nella seconda metà del secolo scorso da parte di Raymond Moody e Brian Weiss.

Ad essi va il merito di aver dato luce ad un’antica pratica e di averla diffusa tra le masse, nella società occidentale, grazie alla pubblicazione di diversi libri non destinati al mondo medico e scientifico ma comprensibili da qualunque individuo.

Studi medici e scientifici riguardo l’ipnosi regressiva e la reincarnazione

Il mondo medico di oggi, a differenza di qualche decennio addietro, è sempre più aperto a nuovi orizzonti e guarda con sempre maggior interesse tali pratiche e i benefici che ne derivano.

Oggi abbiamo diversi esempi di conoscenze, che in passato la scienza stessa ignorava o di cui non aveva dati per supportarle.

Si pensi che in una delle università più rinomate al mondo (Virginia University) esiste fin dal 1967 un apposito dipartimento dedicato agli studi e ai fenomeni percettivi (DOPS) fondato dal professore di psichiatria Dr. Ian Stevenson. Attraverso attenti studi, i ricercatori del DOPS documentano e analizzano oggettivamente i dati empirici raccolti riguardo alle esperienze umane. La loro analisi suggerisce la sopravvivenza post-mortem della coscienza. Una rigorosa valutazione di considerevoli prove empiriche, raccolte in oltre cinquant’ anni di ricerca, evidenzia che:

• La coscienza può effettivamente sopravvivere alla morte fisica.

• La mente e il cervello appaiono distinti e separabili.

Nel corso di tutti i suoi studi, il Dr. Stevenson è stato in grado di determinare molteplici aspetti della reincarnazione ed ha determinato che l’anima può reincarnarsi in un individuo di una diversa razza, sesso, nazionalità, religione e appartenenza etnica, così come può mantenere spesso personalità, segni fisici quali voglie e cicatrici, disagi fisici, talenti, ecc.

Uno studio simile è stato fatto da un altro gruppo medico della Virginia. Il Dr. Tucker ha esaminato numerosi casi di bambini con chiari ricordi di vita passata ed è arrivato alle stesse conclusioni del suo collega.

I bambini, infatti, data la loro giovane età e l’assenza di condizionamenti tra ciò che noi oggi giudichiamo reale o non reale, sono spesso capaci di ricordare il loro passato in maniera spontanea.

I benefici dell’ipnosi regressiva alle vite precedenti

La persona, a seguito dell’esperienza di regressione alle vite precedenti guidata dall’ipnotista, acquisisce in autonomia la consapevolezza che eventi, situazioni, disagi, segni caratteriali e fisici, sono stati all’origine di ciò che fino a quel momento non era in grado di spiegare nella sua vita.

In seguito a ciò, senza nessun’altra necessità di rielaborazione mentale, si riesce facilmente ad arrivare a sbloccare nell’inconscio quel disagio, quell’emozione, quel ricordo che per tanti anni ha influenzato la vita della persona.

Per esemplificare, potremmo immaginare di recuperare nel nostro congelatore di casa un blocco di ghiaccio nascosto dietro a tanti altri alimenti, che occupa spazio. È sufficiente metterlo fuori e magicamente esso si scioglierà.

Brian Weiss, massimo esperto mondiale oggi in vita di ipnosi regressiva alle vite precedenti, definisce le sedute di ipnosi regressiva semplicemente “esperienze da vivere” in cui è possibile:

  • Recuperare dei ricordi di questa e/o di altre vite.
  • Acquisire consapevolezze.
  • Sentire magicamente migliorare o scomparire disagi fisici.
  • Sciogliere blocchi.
  • Ricevere messaggi dall’aldilà da parte delle persone a te care.
  • Incontrare l’anima gemella.
  • Incontrare esseri spirituali o Angeli.
  • Avere esperienze medianiche e mistiche in generale.

L’utilità, dunque, delle sedute va al di là della credenza o meno nelle vite precedenti.

Se si crede nelle vite precedenti, si potranno ricordare parti di esse, scoprire gli errori del passato e comprendere le lezioni utili da trasmutare nella esistenza attuale, migliorandola.

Se non si dovesse credere nelle vite precedenti, grazie allo stato di trance indotto dalla regressione si potrà comunque beneficiare dei messaggi metaforici che emergeranno dalla nostra mente profonda, il nostro inconscio, senza soffermarsi sulla loro provenienza.


Su UAM EVOLUTION è disponibile la registrazione della Masterclass di Mauro Russo

“Ipnosi regressiva e progressiva”

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