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L’Australia restituisce la foresta pluviale agli aborigeni

La buona notizia di oggi arriva direttamente dalla foresta pluviale di Daintree, sulle coste settentrionali dell’Australia. Un ecosistema dove la natura pluviale si affaccia direttamente sul mare e che da secoli è la casa della tribù aborigena Kuku Yalanji Orientale.

Dopo decenni di battaglie legali, il governo australiano ha deciso che restituirà il controllo della terra e della foresta agli aborigeni. Si tratta di una restituzione di oltre 160.000 ettari di terreno.

Le negoziazioni tra Australia e aborigeni

L’accordo stipulato con i Kuku Yalanji fa parte di un più ampio cammino di riconciliazione che l’Australia sta intraprendendo da anni. Una riconciliazione con i popoli indigeni dell’isola-continente che sono stati emarginati dall’immigrazione europea.

La storia dell’espropriazione delle terre originali dei Kuku Yalanji cominciò nel 1875 con lo sfruttamento delle risorse minerarie dei loro territori. In particolare, la corsa all’oro dei minatori e la messa in vendita di ampi appezzamenti mise in crisi la popolazione aborigena. Da qui prese il via una storia di deportazioni forzate, violenze e discriminazione sistematica. Un’oppressione che culminò con lo spostamento dei Kuku Yalanji in riserve e campi di confino.

Con questo accordo, il governo australiano spera di rimediare ai danni dei suoi predecessori. Restituendo il controllo della foresta pluviale ai suoi abitanti originari per proteggere la cultura e l’ecosistema unico di Daintree.

I benefici del controllo indigeno per le foreste pluviali

La foresta di Daintree fu dichiarata patrimonio naturale dall’UNESCO già negli anni ’80. Si trattò di una decisione che tuttavia non prese in considerazione la popolazione Kuku Yalanji.

La decisione di tutelare la foresta fu presa per contrastare le numerose minacce che incombevano su di essa. In particolare, l’abbattimento degli alberi per il commercio di legname e la creazione di nuovi campi per allevamento e agricoltura intensiva.

Ora, il ruolo degli aborigeni Kuku Yalanji potrebbe acquisire una nuova valenza nella protezione dell’ecosistema da questi pericoli. Infatti, recenti esperimenti hanno mostrato come il controllo del territorio da parte delle popolazioni indigene non solo si rivela più efficace, ma aiuta anche l’inclusione delle popolazioni stesse.

Per vedere un esempio pratico di come il controllo indigeno sia benefico per gli ecosistemi a rischio, vi rimandiamo al nostro articolo su una tribù keniota e sul suo ruolo nella protezione del suo territorio: queste donne del Kenya stanno salvando una foresta mentre proteggono la loro tribù.

Il cammino verso la riconciliazione, tra cultura e ambiente

Non è certo facile rimediare agli errori dei propri predecessori. Soprattutto quando, imparando la storia, si scoprono veri e propri orrori dimenticati. Tuttavia, l’Australia ha deciso di intraprendere questo difficile cammino, restituendo ciò che aveva sottratto e impegnandosi nel ripristinare una società più egalitaria e dignitosa.

La restituzione della foresta pluviale di Daintree ai Kuku Yalanji, con i suoi 160.000 ettari di terreno, è un importante passo in questa direzione. E con un po’ di fortuna, un passo verso la salvezza di uno degli ecosistemi più complessi e antichi del pianeta.

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