Ambiente Le buone notizie da Gaia

Uno studio propone un sistema di energia green che alimenterà la Terra

Uno studio condotto dal professor James Ward, docente presso la University of South Australia, sostiene che il fabbisogno energetico mondiale potrebbe essere soddisfatto da un sistema di produzione di energia green.

Si tratta di un progetto ambizioso, che in linea teorica dimostra come le soluzioni per un completo abbandono delle energie fossili siano possibili. Ovviamente, a patto di intraprendere un cambiamento epocale nel nostro rapporto con l’energia e il nostro modo di fruirne.

Un mondo energeticamente indipendente

Lo studio proposto dal professor Ward comprende alcune condizioni. La prima di esse, è una riduzione del consumo di energia da parte delle nazioni. Questo implicherebbe un calo, o almeno un’ottimizzazione, della produzione economica.

La seconda condizione è un passaggio radicale delle reti energetiche all’energia elettrica. Questo passaggio, sottolinea Ward, è fortunatamente già in atto e in crescita esponenziale: questo getta le possibili basi per mettere in pratica lo studio.

Soddisfando queste due condizioni diventerebbe possibile implementare il sistema pensato dai ricercatori della University of South Australia. Un sistema circolare, in grado di sostenere se stesso almeno in parte e, soprattutto, capace di produrre energia green al 100%.

Un modello basato su energia solare e biomassa

Il modello proposto dal professor Ward si basa sul carburante prodotto da biomasse vegetali, ovvero il biodiesel, e l’energia solare. Questi sarebbero i due maggiori impianti globali che produrrebbero la totalità dell’energia elettrica necessaria ad alimentare il pianeta.

Ma non finisce qui: l’energia elettrica ottenuta dal Sole e quella ottenuta dal biodiesel andrebbero a contribuire al mantenimento delle loro stesse infrastrutture. Questo creerebbe un circolo virtuoso in cui l’energia green produce altra energia green!

Il professor Ward si dice fiducioso del modello da lui ideato e chiamato Renewable Energy Equivalent Footprint (REEF), in quanto dimostra che un futuro libero dai combustibili fossili è possibile.

Gli aspetti, ahinoi, negativi

I sistemi perfetti, purtroppo, non esistono. Lo stesso professore James Ward sottolinea alcune controindicazioni di questo sistema. La principale è l’effetto negativo che questo modello potrebbe avere sulle foreste.

Infatti, per avere abbastanza terreni adatti a coltivare abbastanza biomassa vegetale per la produzione di biodiesel, molte foreste rischierebbero di venire rase al suolo per fare spazio ai nuovi campi. Inoltre, il biodiesel porta con sé un problema annoso, ovvero il conflitto tra l’utilizzo delle biomasse vegetali come cibo o come carburante.

Si tratta certamente di problematiche importanti, che molte associazioni entusiaste per lo studio di Ward hanno già provato a risolvere, ad esempio proponendo l’uso di biomasse vegetali marine, molto più facili da mantenere e coltivabili sui fondali marini.

Al di là dei possibili problemi, questo studio dimostra come la liberazione dalle energie fossili sia possibile e di come bastino le giuste conoscenze per progettare un futuro dove l’energia sia pulita ed ecologica.

Se il tema della sostenibilità vi interessa, non perdetevi queste buone notizie:

La città finlandese di Lahti è la Capitale Verde Europea 2021

Magliano Alpi: nasce la prima comunità energetica green d’Italia

Pagare in base alle emissioni? Un supermercato svedese lo fa!

Sfamare una citta dai tetti? A Montreal ci stanno provando con l’agricoltura urbana!

Prova Gratis UAM.TV per una settimana!
UAM.TV. Film, documentari e videocorsi per un altro mondo possibile.

Ti è piaciuto questo articolo? Puoi condividerlo sulla tua pagina social cliccando sulle iconcine qui sotto.

Ti ricordiamo che puoi consultare il nostro palinsesto in qualsiasi momento presso il catalogo pubblico di UAM.TV.

Se hai voglia puoi lasciare un commento qui sotto.

Lascia un commento