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Clean Hands: una storia di sette anni per uscire dalla povertà

Clean Hands racconta il riscatto di una famiglia dalla povertà estrema, un racconto agrodolce di recupero sociale all’ombra della più grande discarica dell’America Centrale.

Vivere tra i rifiuti

Su una distesa di pesce putrescente, camminano piedi di bambini. Sono i figli di Blanca e Chino, una famiglia del Nicaragua che per vivere rovista tra i rifiuti della Chuleca, una gigantesca discarica a cielo aperto.

Qui i bambini lavorano recuperando plastica e legname come materiali di recupero da rivendere a pochi centesimi. Ma oltre a questi, le famiglie del posto scavano tra i rifiuti alimentari, portando via carne e pesce oramai quasi marcio, a volte l’unica fonte di cibo disponibile.

Oltre all’altissimo rischio sanitario per chiunque viva tramite questi espedienti, la situazione di miseria in cui versa la famiglia impedisce ai figli di frequentare la scuola e di spezzare il circolo vizioso della povertà. L’intervento di un’associazione benefica, però, potrebbe cambiare le cose.

Una nuova casa per ricominciare

Tramite l’aiuto di una Onlus, la famiglia di Javier riceve una casa e un terreno, oltre alla possibilità di mandare a scuola i figli e dar loro un’educazione. Ma una volta smantellata la baracca di lamiera e abbandonata la zona degradata della Chuleca, cominciano nuove sfide per tutti.

Clean Hands non è un racconto univoco di recupero sociale, ma una storia sfaccettata e complessa sulle sfide psicologiche che questo processo comporta. Fin dall’inizio, la famiglia lotta per adattarsi alle nuove condizioni di vita, cercando di sfruttare al meglio le nuove risorse.

A partire dai bambini, che cominciano il faticoso processo di integrarsi nell’ambiente scolastico, tra lezioni e nuovi rapporti con i compagni di classe. Ma è soprattutto Blanca, madre della famiglia, che dovrà affrontare il cambiamento maggiore, affrontando le sue fragilità psicologiche e i suoi demoni interiori.

Sette anni per cambiare

La storia di Clean Hands si protrae per sette anni, in cui i protagonisti intraprendono un percorso di cambiamento arduo, cercando di uscire dalla povertà e rompere gli schemi negativi in cui la loro condizione li bloccava.

Durante questi sette anni, vengono documentate non solo le vite della famiglia, ma anche le condizioni sociali del Nicaragua, la cultura e i servizi pubblici. Un ritratto umano che non manca di ombre scure.

Senza scadere nel pietismo, Clean Hands analizza il peso della povertà e dell’indigenza estrema, anche a livello psicologico e relazionale. Un peso dal quale non è facile liberarsi, ma che grazie all’aiuto di una comunità unita e di un supporto adeguato, può essere superato.

Se le storie sul recupero sociale e la solidarietà vi appassionano, vi interesserà il documentario Quelli Che Volevano Guarire dedicato al recupero dalle tossicodipendenze di cui potete leggere la nostra recensione Quelli Che Volevano Guarire. Oppure potete vedere anche Storie Dal Dormiveglia, incentrato sull’assistenza a persone senza fissa dimora e di cui potete leggere la nostra recensione Nel Centro Rostom: Storie Dal Dormiveglia.

Titolo: Clean Hands
Regia: Michael Dominic
Anno: 2019
Genere: documentario
Durata: 98′
Paese di produzione: USA, Nicaragua

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