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Crash and Burn: il campione che non avete mai visto

La storia di un campione maledetto, Crash and Burn racconta la vicenda di Tommy Byrne. Gli esordi come corridore, fino a diventare uno dei volti più noti e promettenti della Formula 1 negli anni ’80. Ma una vita di eccessi, sesso e droga, hanno compromesso fatalmente la sua carriera.

IL LATO OSCURO DI TOMMY BYRNE

Tommy Byrne è uno dei nomi che chi segue sporadicamente la Formula 1 potrebbe non avere mai sentito. Ma chi ha seguito con attenzione i tornei e le corse degli anni ’80, ricorderà certamente il viso e la parlata di questa promessa.

Il corridore irlandese, proveniente da un contesto disagiato e senza soldi per finanziare la sua passione, si impose ben presto nelle scuderie del Regno Unito. La parlata veloce, l’atteggiamento spavaldo lo resero subito noto non solo agli altri corridori, ma anche ai notiziari locali.

Ma il suo personaggio non era solo quello di un’adorabile canaglia. Tommy Byrne era anche famoso per un lato oscuro che lo rese inviso a molti piloti, un atteggiamento imprevedibile e rancoroso. E non da meno, una vita sregolata, annaffiata dall’alcol e dalle avventure erotiche alle quali dedicava più tempo che agli allenamenti.

Una vita spinta al massimo, ma la cui sregolatezza finì per compromettere definitivamente la sua carriera, rendendolo il volto più famoso a non andare mai veramente alla ribalta.

COSA RESTA DOPO LO SCHIANTO

Tommy Byrne oggi è un istruttore di guida e coach. Vive negli Stati Uniti, dove ha disputato numerose delle sue corse, senza però arrivare mai a qualificarsi. La sua presenza nel documentario riempie le riprese di realismo, dando consistenza alla storia di un grande che non è mai riuscito a brillare.

E nonostante le parole dello stesso Byrne, che dice di avere superato quel periodo, l’amarezza e il disappunto rimangono palpabili. Forse per la sua insofferenza verso le dinamiche più imprenditoriali del mondo della Formula 1, o per l’attitudine strafottente verso i suoi colleghi: qualunque sia la risposta, il talento di Byrne è rimasto inespresso.

E la delusione per questa mancanza si sente anche nelle parole di tutti i cronisti, meccanici e piloti che lo hanno conosciuto. Alcuni lo hanno amato, altri lo hanno decisamente odiato. Ma tutti riconoscono che Tommy Byrne aveva qualcosa che poteva renderlo il migliore del mondo.

QUEL QUALCOSA CHE E’ MANCATO

Ma che cos’era quella qualità? Era forse un vago talento? Era una dedizione particolare, una concezione speciale delle corse? Oppure una forza di volontà, di vincere, superiore a quella dei suoi avversari?

Qualunque cosa fosse, dopo uno schianto, non rimane molto altro. L’occasione è persa e non si ripresenta più. Bisogna saper lasciare andare.

Questa è la lezione che Tommy Byrne, consapevolmente o no, regala a questo documentario: non solo quanto sia importante valorizzare il proprio talento, ma saper digerire la sconfitta quando il talento non basta a compensare i nostri difetti. Quella di Tommy Byrne è la lezione di un potenziale campione, che si è schiantato nelle sue cattive abitudini.

Il regista Seàn O Cualàin cattura queste sensazioni, il risentimento rimasto dopo lo schianto, e ne ricava un documentario sofferto. Non la storia di una grande vittoria, o il ritratto di un eterno vincente: Crash and Burn è il racconto di una sconfitta, del suo impatto e anche del valore che può avere.

Una visione obbligata per chi, in un mondo che valuta altamente i vincitori, è curioso di sapere la versione di uno sconfitto. Potete vedere il trailer di Crash and burn nel catalogo pubblico di UAM.TV.

E se il tema dello sport e dell’accettazione dei propri limiti vi interessa, potete spostarvi in alta montagna con il documentario Manaslu – La Montagna delle Anime di cui potete leggere la nostra recensione qui.

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Regia: Seàn O Cualàin
Genere: documentario, sportivo
Anno: 2016
Durata: 86′
Paese di produzione: Irlanda
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Vi ricordiamo che potete visionare il nostro palinsesto in qualsiasi momento presso il catalogo pubblico di UAM.TV.

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