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In Spagna si lavorerà meno – e forse si vivrà meglio

Questa settimana la Spagna ha deciso che sperimenterà una settimana lavorativa più corta. I motivi per sperimentare con una settimana di quattro giorni sono molti: dalla migliore qualità della vita, al progresso verso la parità di genere.

DI COSA DEVE OCCUPARSI LA POLITICA, SE NON DELLA QUALITA’ DELLA VITA?

La proposta, che per il momento è solo in via sperimentale, è di accorciare la settimana lavorativa a quattro giorni. A lanciare l’idea è stato il partito Mas Paìs, guidato da Inigo Errejon. Il governo della Spagna ha valutato la proposta e si è detto favorevole a sperimentare il concetto.

Al momento, le aziende interessate potranno scegliere di aderire liberamente, durante una prima fase di prova che partirà nei prossimi giorni. In base ai risultati ottenuti, si deciderà se mettere in pieno vigore una settimana lavorativa più corta.

Si tratta di una proposta controcorrente con la tendenza allo sviluppo economico delle politiche applicate negli ultimi anni. Una proposta che si preoccupa del benessere dei lavoratori, specialmente in un periodo in cui la distinzione tra casa e lavoro si è diluita nello smart working, in Spagna come nel resto del mondo.

Come lo stesso Errejon ha dichiarato nell’annunciare l’approvazione del progetto: “di cosa dovrebbe occuparsi la politica se non del tempo e della qualità della vita?”.

MENO LAVORO PER UN’ECONOMIA MIGLIORE

Come hanno evidenziato nel partito Mas Paìs, la Spagna è uno dei paesi in cui le persone lavorano più ore rispetto alla media europea. Eppure, la produzione è molto più bassa della media. La conclusione a cui giungono è che un maggior tempo lavorativo non implichi una maggiore produttività.

Piuttosto che incrementare il lavoro, distruggendo i diritti dei lavoratori, sarebbe il caso di ottimizzarne le dinamiche. Ma tra gli obiettivi che l’esecutivo di Madrid spera di raggiungere con una settimana lavorativa più corta non c’è solo il miglioramento della capacità produttiva.

Infatti, tra le finalità del progetto ci sono anche la riduzione delle emissioni di CO2 e della disoccupazione, la possibilità di dedicare più tempo a corsi di aggiornamento per i dipendenti e ovviamente la possibilità di godere di una migliore qualità di vita.

Tutti fattori che potrebbero contribuire a un’economia più forte, andando a migliorare criticità sistemiche che pesano su tutto l’apparato statale e privato.

UNA POSSIBILE RIVOLUZIONE DEL LAVORO

L’esperimento comincerà a breve. Nel frattempo, il governo spagnolo sta cercando di capire quali aziende parteciperanno all’iniziativa e come potranno supportarle in questa fase sperimentale.

Alcune associazioni, in particolare quelle di categoria degli industriali, hanno lanciato critiche al progetto definendolo una “follia”. Il motivo della critica è una sostanziale mancanza di sfiducia nella possibilità che una riduzione del tempo lavorativo possa effettivamente migliorare la produzione.

Saranno i risultati a parlare alla fine di questo primo tentativo: se saranno incoraggianti, potremmo assistere all’inizio di un nuovo modello lavorativo, fatto di ritmi più umani e di lavoratori soddisfatti non solo del loro impiego, ma anche della loro vita.

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