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Être et Durer: la scuola del parkour

Movimenti dinamici, superamento degli ostacoli, adattamento all’ambiente: il parkour è tutto questo. Una disciplina nata in Francia e presto diffusasi in tutto il mondo, basata sul superamento di percorsi a ostacoli in contesti urbani.

Tra palazzi, scale, fabbriche e capannoni abbandonati, una madre segue la passione del figlio, riprendendo le sue acrobazie con la videocamera. Un interesse che si trasforma prima in indagine e poi in una riflessione su cosa voglia dire vivere, superare la paura e adattarsi al pericolo.

GIRAVOLTE SULLA CITTA’

Il parkour è una disciplina sportiva nata nelle periferie delle città francesi, in particolare Parigi e Marsiglia. Cresciuta in seno alla cultura hip-hop delle banlieue, ha guadagnato un suo statuto autonomo e si è diffusa a macchia d’olio nel mondo, attraendo moltissimi nuovi praticanti. Oggi esistono associazioni, palestre e addirittura scuole di pensiero legate a questo sport, che sempre più persone vedono come un modo di insegnare ai ragazzi come affrontare la vita.

Ma, inevitabilmente, uno sport che prevede salti tra un tetto e l’altro, arrampicate su balconi e ringhiere, acrobazie spesso pericolose, suscita una domanda: è davvero uno sport che vorrei che mio figlio facesse? Se lo chiede Serena, narratrice e regista del documentario, che decide di seguire il percorso di suo figlio Lorenzo.

Intervistando i suoi maestri, filmando suo figlio e le imprese dell’associazione di cui fa parte, percorrendo anche lunghe distanze per confrontarsi con i maestri di tutto il mondo, Serena traccia un quadro ben delineato e completo dell’attuale situazione mondiale del parkour.

ADATTARSI, MIGLIORARE, SUPERARSI

Ben presto, le riflessioni di Serena la portano oltre quelli che sono gli obiettivi apparenti del film. Etre et durer diventa l’occasione di un genitore di riflettere sulla sua apprensione, sulla necessità di conoscere il pericolo, di imparare a superare la paura.

Quella paura che negli ambienti urbani è tanta, che attanaglia sia i genitori che i figli e che li pone in una condizione di sudditanza. Il parkour, sotto la guisa di semplice pratica sportiva, si prefigge l’obiettivo di formare atleti e cittadini, persone che non vivano le città come prigioni, ma come campi da gioco.

Ed è proprio questo gioco, la sfida alla propria paura, che fa scattare quella differenza nella qualità di vita: lo scarto tra essere e sopravvivere, être et durer. Questa è la conclusione a cui giunge una madre che, piena di timore per la salute e l’incolumità del figlio, impara ad accettare il suo ingresso in uno sport, che nonostante il pericolo costante, è in grado di insegnare la libertà.

SPORT, AMBIENTE E CITTADINANZA

Il documentario pone al centro della questione un argomento importante: il rapporto tra associazionismo sportivo e formazione del cittadino. Il mondo del parkour emerge come un ambiente fortemente caratterizzato, dove una pratica sportiva unisce elementi culturali musicali e artistici, declinati nei diversi contesti in cui viene praticato.

Le associazioni, i gruppi amatoriali e le scuole che sono nate da questo movimento sono la naturale conseguenza di questa componente espressiva. Attorno al bisogno di manifestare e mostrare la propria esistenza, e al bisogno di trovare persone che condividessero un simile desiderio, si è formata una scuola di pensiero viva e vibrante.

E il pensiero di questa scuola, catturato con pazienza e intelligenza da Serena, è insegnare ai giovani delle città che gli ostacoli posti dal loro ambiente non solo possono essere superati: possono anche diventare le rampe da cui spiccare il volo.

Un insegnamento che in un’epoca dove la popolazione urbana è sempre più concentrata, e spesso anche più degradata, può davvero fare la differenza per molte persone che altrimenti sarebbero costrette alla sola sopravvivenza.

Se siete interessati a scoprire di più su come l’attività fisica e l’esplorazione degli spazi possa aiutare le persone a crescere, vi consigliamo la visione di La Retta Via, di cui potete leggere qui la recensione e vedere qui il trailer.

Regia: Serena Mignani
Anno: 2017
Lingua originale: Italiano, francese, cinese, inglese
Genere: documentario
Durata: 73”
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Vi ricordiamo che potete visionare in qualsiasi momento il nostro palinsesto sul catalogo pubblico di UAM.TV.

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