Buongiorno Uam-Amici!
Oggi inizia questa nuova avventura insieme. Questa rubrica vuole essere un ponte colorato da percorrere insieme, con l’intenzione di creare speranza e leggerezza. Cercherò di portarvi con me in quel punto dell’arcobaleno dove visibile e invisibile si incontrano.
Tanti anni fa mi è apparsa in sogno una piccola figura esile, vestita di una lunga tunica verde oliva e con un enorme cappello a punta che incorniciava un volto senza volto e che si reggeva in perfetto equilibrio su una chioma spettinata color dell’arancia.
Mi ha sussurrato: Alzati e disegnami! Ma io non sapevo disegnare dal nulla e così non l’ho ascoltata. Fin da piccola mi sono divertita a copiare opere di altri e ho sempre avuto una buona abilità manuale e cromatica, ma creare un personaggio dal nulla, era davvero altra cosa.
Nell’arco dei mesi mi è apparsa più volte nei sogni, ripetendo con insistenza quell’unica frase. Così, una mattina di primavera, ho preso un foglio di carta e una matita e con mano davvero incerta l’ho abbozzata.
Era il 1990 e la mia vita è cambiata.
Il negozio di colori a Torino.
Quella sagoma tratteggiata goffamente voleva essere una fatina, simile a quelle fatine che disegnano i bambini, un po’ goffa, ma allegra e speranzosa nel fatto che io continuassi a rappresentare il regno da cui proveniva, inattesa.

Lei guarda il cielo e sogna il blu profondo.
Spalanca le mani e lancia stelle che sussurrano il suo amore.
Nulla sarà mai più come prima.
All’epoca vivevo a Torino e lo stesso pomeriggio sono andata in centro, alla ricerca di un negozio di arti grafiche, che ho poi trovato in Corso San Martino. Come una bimba, sono uscita da quel paese dei balocchi con un sacco di scatole di colori, fogli, pennelli, matite, gomme e ogni altro ben di dio.
Felice e gongolante sono tornata a casa e per giorni non ho fatto altro che disegnare, cancellare, temperare e poi ancora disegnare, cancellare, temperare e sperimentare.
Mi divertivo, sorridevo, ballavo sotto lo sguardo perplesso che leggevo negli occhioni acquosi delle mie tre gatte, che mi tenevano d’occhio. Sentivano che qualcosa era cambiato in me.
E avevano ragione!
Ma il perchè tutto questo?
Un giorno mi sono chiesta perché stessi facendo tutto questo, non riuscivo a trovarne il senso.
La risposta mi ha raggiunto in sogno la notte seguente: è tornata quella fatina e mi ha bisbigliato all’orecchio: INIZIO.
Oh, grazie! Inizio. Bella risposta! COSA vuoi dirmi?
Quel mattino appena sveglia mi è venuta in mente una scena. L’ho disegnata e colorata: quella fatina stava compiendo la sua prima azione!
Stava entrando in una cornice quadrata mostrandosi solo a metà! Che emozione!
Le Chiavi delle Fate
In questa modalità si sono manifestate una a una le immagini e le parole delle Chiavi delle fate e hanno creato un mazzo di carte tonde con un quadrato nel centro che racchiude iconicamente il significato della parola che è scritta, già in quattro lingue, all’esterno dei quattro lati.
Pian piano nel tempo mi si è dispiegato davanti un mondo straordinario, fertile, vivace, animato da migliaia di fatine: il Regno di Fatàlia.

Nel sicuro della notte le Fate si affacciano a questo Mondo, timide, con passi di danza lievi e sussurrano ai
cuori che con delicatezza sono pronti a coglierle.
Fata Lia, la capofata, mi ha chiesto di portare il loro messaggio nel mondo-di-qua e di comunicare la loro intenzione di sostenere gli umani nel loro processo di crescita.
C’è un altro modo per vivere la vita, un modo che prevede gioia e pace per tutti! – sostiene.
Fata Lia, e mi vede d’accordo, dice che è un percorso che si può intraprendere per vivere meglio.
Per aiutarci le fatine del Regno di Fatàlia hanno deciso di vivere tutte le qualità umane per offrirci un altro sguardo sulla vita.
Hanno iniziato a dettarmi pensieri e fiabe che ho trascritto fedelmente.
Ma io chi sono?
Mi chiamo Gabriella Delfante, sono una maestra a righe di scuola primaria (ho sempre insegnato italiano, storia e disegno), da sempre innamorata dei bambini, dell’arte e delle relazioni belle e costruttive.
L’esperienza diretta.
I miei alunni, con i loro occhioni spalancati sul mondo, guardavano incantati la lavagna mentre disegnavo con i gessetti colorati i personaggi di un racconto che avevamo appena letto insieme seduti in cerchio. Mentre mi vedevo protagonista nel raccontare sogni, mi chiedevo COME avrei potuto sostenerli ancora meglio a crescere consapevoli dei loro talenti e delle loro infinite possibilità.
Come sostenere i bambini?
Mi sono iscritta a scuola!
Si, a una scuola un po’ strana, abitata da adulti come me che volevano diventare Cantastorie.
La Cantastorie racconta le fiabe e ne spiega i magici contenuti nascosti.
Dopo aver terminato questa straordinaria formazione professionale, non contenta, ho frequentato una scuola triennale di arteterapia grafico-pittorica per completare il percorso che avevo sognato fin da bambina.
Insomma! Cosa faccio?
Mi definisco maestra-cantastorie a mediazione artistica, definizione lunga per una professione semplice: aiuto gli adulti a relazionarsi meglio con loro stessi e con i bambini attraverso le fiabe, i colori e la libera espressione creativa.
Quindi ho deciso di mettermi a vostra disposizione: se vi sorgono domande o vi si presenta un problema, scrivetemi lasciando un commento o inviandomi una email all’indirizzo [email protected].
INIZIO

Inizio oggi con il primo video introduttivo facendoti questa domanda: “ma tu come ti poni di fronte ad un inizio? Parti in quarta o rifletti ad ogni passo?”.
Nei prossimi video vi offrirò una visione alternativa per la risoluzione di un conflitto o di un dubbio o di un problema.
Sottolineo che, in nessun caso, si tratterà l’argomento dal punto di vista terapeutico; non è questa la mia professione. Il mio compito è alleggerire i cuori tristi, sciogliere i pensieri lugubri, ridare speranza attraverso strumenti lievi, fatati e anche un po’ autoironici.
La leggerezza salverà il mondo.
Per vedere le prossime puntate di Fate fiabe e dintorni clicca qui o guarda l’elenco:
- Fate , fiabe e dintorni. Inizio
- Fate, fiabe e dintorni. Giudizio
- Fate, fiabe e dintorni. Fatalmente è Natale!
- Buon 2021 da Fatàlia.
- Fate, fiabe e dintorni. Gratitudine

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Che bello spazio-fata ! Grazie Gabriella, grazie UAM !
Ah, io quando inizio, parto in quarta e in autonomia 🤩🥳🙋♀️
Ciao cara Claudia. Grazie per il commento. Anch’io in genere parto in quarta e a testa bassa, ma col tempo ho imparato a moderare un minimo lo slancio! 😊
Gabriella, leggendo questo post mi sono ricordata di una cosa: io le tue carte le ho viste! Ma le ho viste proprio allora, quando le avevi fatte da poco! Le aveva una mia amica con cui ho passato un bellissimo weekend tra donne, di chiacchiere e profondità, in montagna.
Grazie cara. Ci sono state due edizioni.
La prima risale al 1995, la seconda al 2015. Vent’anni dopo ho ridisegnato tutte le carte e in aggiunta ho scritto un libriccino di accompagnamento. Quale avevi visto?❤️