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Coronavirus, Sameh e il gesto d’amore per l’Italia

Mentre il Coronavirus tormenta l'Italia i piccoli gesti d'amore fanno la differenza. L'esempio di Sameh che dona la sua frutta ai bisognosi.

Al tempo del Coronavirus, nel momento in cui la paura ci porta a pensare a noi stessi e ai nostri cari, c’è ancora spazio per i gesti d’amore verso “lo sconosciuto”. Ce lo dimostra il fruttivendolo egiziano Sameh Ayad

Sameh Ayad è un giovane ragazzo egiziano che dieci anni fa è venuto in Italia, si è rimboccato le maniche e ha iniziato a fare il fruttivendolo a Canonica d’Adda, un paesino in provincia di Bergamo. Oggi Sameh, come milioni di persone in tutto il mondo, si trova a dover fronteggiare la situazione in cui ci costringe il Coronavirus. Lontano dalla moglie e dalle tre figlie sentiva tutte le difficoltà del momento, eppure il suo grande cuore voleva fare qualcosa per aiutare la comunità, voleva restituire quel caloroso sostegno che ricevette anni prima quando arrivò nel nostro paese.

A raccontarci l’iniziativa del ragazzo è Rossana, la sua amica tabaccaia che lavora accanto a lui. Questo perchè Sameh non cercava pubblicità, pensò solo a prendere un cartello e scrivere “Dieci anni fa mi avete accolto in Italia, così voglio dirvi grazie”. Poche parole con cui il fruttivendolo ha iniziato a regalare gratuitamente la sua frutta a chiunque ne avesse bisogno. Ecco che uno dei luoghi più colpiti da questo dolore ha ricevuto un altro piccolo ma grande abbraccio.

L’esempio di Sameh è uno dei tantissimi segni di luce che, anche in una situazione così difficile, ci riporta alla mente la necessità di comprensione, di empatia e di concretezza oltre ogni personalità, ogni necessità e purtroppo anche oltre ogni lacrima. Se gli stati non vogliono capire, ricordiamoci che ogni organismo è fatto da cellule, ricordiamoci che il cambiamento siamo noi. Grazie Sameh e grazie a tutti coloro che continuano a gridare “Viva la vita” con il potere dell’Azione.

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